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A Lenna Consiglio comunale in piedi in solidarietà di Ursula von der Leyen, umiliata da Erdogan

Tutti in piedi, in segno di rispetto e solidarietà per la Presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen, umiliata pubblicamente dal presidente turco Erdogan che durante un colloquio non le ha concesso nemmeno una sedia. È successo a Lenna, nella Bergamasca, durante un Consiglio comunale.
A cura di Filippo M. Capra
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Foto Fb: Jonathan Lobati
Foto Fb: Jonathan Lobati

La solidarietà per Ursula von der Leyen, vittima del vergognoso atteggiamento del presidente turco Recep Erdogan che l'ha umiliata in pubblico non concedendole nemmeno una sedia durante un colloquio, arriva anche da un piccolo paese della Val Bremana, in provincia di Bergamo. A Lenna, durante il consiglio comunale, il sindaco, gli assessori, i consiglieri e il segretario comunale, si sono tenuti in piedi in segno di rispetto e vicinanza alla Presidentessa della Commissione Europea.

Consiglio Comunale in piedi in solidarietà a Ursula von der Leyen

Come testimoniato dal primo cittadino di Lenna, Jonathan Lobati, con una foto condivisa su Facebook, tutti i presenti, adeguatamente mascherati nel rispetto delle misure anti Covid, hanno presenziato al Consiglio Comunale in piedi. "Questa sera in occasione del Consiglio Comunale — ha scritto sul social network il primo cittadino di Lenna Jonathan Lobati — , il Sindaco, i Consiglieri Comunali unitamente al Segretario Comunale hanno deciso all’unanimità di svolgere la seduta in piedi per esprimere solidarietà alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen".

Il sindaco di Lenna: Rivendichiamo i valori di uguaglianza per cui ci dobbiamo battere

Il sindaco ha poi sottolineato come "il gesto non ha l’obiettivo di polemizzare sulle scelte di politica internazionale fatte da capi di stato stranieri, ma vuole rivendicare con forza i valori fondamentali di uguaglianza sui quali è fondata l’Unione Europea e tutti i suoi paesi membri". Lobati ha poi chiosato dicendo che questi sono i "valori per i quali ci dobbiamo battere".

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