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Veronica D’Incà travolta e uccisa da un tir a piazzale Loreto, chiesto il processo per l’assessore Marco Granelli

La pm Barbara Benzi ha chiesto il processo per omicidio stradale per l’assessore Marco Granelli, un dirigente del Comune di Milano e il conducente del tir che l’1 febbraio 2023 ha travolto e ucciso Veronica D’Incà. Sotto accusa l’ordinanza con la quale era stata istituita la pista ciclabile di piazzale Loreto.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l'assessore Marco Granelli e un dirigente del Comune di Milano per la morte di Veronica D'Incà. Secondo la pm Barbara Benzi, dovrebbero rispondere di omicidio stradale proprio come il conducente del tir che l'1 febbraio 2023 ha travolto e ucciso la ciclista 38enne in piazza Loreto. Per gli inquirenti, infatti, l'ordinanza con la quale nel 2020 era stata istituita la pista ciclabile sulla quale è avvenuto l'incidente non aveva previsto una adeguata "regolazione semaforica", cosa che avrebbe contribuito a "incrementare il pericolo”.

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, l'1 febbraio 2023 il mezzo pesante e la bicicletta erano arrivati in piazzale Loreto entrambi da viale Monza. Arrivati all'incrocio con viale Brianza, il camion ha svoltato a destra, mentre D'Incà avrebbe dovuto proseguire dritto. La 38enne, però, venne travolta e uccisa dal tir.

Secondo la pm Benzi, le responsabilità degli amministratori pubblici risiederebbero nell'ordinanza firmata l'11 settembre del 2020 con la quale era stata istituita la ciclabile sulla quale viaggiava D'Incà. Come riportato da La Repubblica, quel documento non avrebbe progettato "adeguatamente" la "regolazione semaforica" dell'incrocio tra via Doria e viale Brianza, in quanto sarebbero servite "lanterne semaforiche specifiche" per gli utenti in bici. La loro assenza, avrebbe contribuito a "incrementare il pericolo” di incidenti. Per questo motivo, è stato chiesto il rinvio a giudizio per l'assessore Granelli e per il direttore dell’area pianificazione e mobilità del Comune.

La procuratrice ha chiesto il processo anche per il conducente del tir perché accusato di "imprudenza, negligenza, imperizia". Il camionista si sarebbe ostacolato la vista con le tendine parasole e con "materiale vario" appoggiato sul cruscotto. Chiesta, invece, l'archiviazione per il titolare della ditta proprietaria del camion, inizialmente indagato perché il mezzo era sprovvisto di uno specchietto".

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