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Migranti, marcia in Veneto per dire “no” alle condizioni disumane del centro d’accoglienza

La meta finale della protesta è Venezia. Alcune centinaia di richiedenti asilo stanno denunciando le condizioni di sovraffollamento del centro di accoglienza che li ospita. È morto ieri sera un ivoriano che stava prendendo parte alla pacifica manifestazione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un fiume umano, un serpentone di un centinaio di migranti richiedenti asilo, ha percorso stamattina dieci chilometri a piedi lungo gli argini del fiume Brenta. Lo slogan del corteo è "No Cona": stanno protestando contro il centro di accoglienza, che è un'ex base militare nel paesino veneziano, per denunciare le condizioni di sovraffollamento in cui erano costretti a vivere. Trecento migranti ospiti della struttura sono partiti lunedì sera, e a poco a poco le fila del corteo si si sono ingrossate. Si sono aggiunti nuovi manifestanti che hanno parte alla protesta silenziosa, che non sta creando disagi alla viabilità perché il percorso prevede strade secondarie. Ci sono stati solo piccoli tafferugli, che non sono però andati oltre il piano verbale.

Ieri però, intorno alle 20, in seguito a un incidente stradale, un migrante che voleva prendere parte alla dimostrazione pubblica raggiungendo i suoi compagni, ha perso la vita per una fatalità: un uomo ivoriano di 35 anni, Salif Traorè, è stato investito da un automobile mentre, in bici, cercava di raggiungere l'accampamento i cui si erano sistemati gli altri manifestanti. L'automobilista, che non l'ha visto perché un fanale della sua bici non funzionava, ha cercato subito di aiutarlo. Secondo i carabinieri l'uomo è risultato negativo all'alcol test. Oltre alla vittima un altro richiedente asilo è stato coinvolto nell'incidente: il ragazzo è stato solo ferito in modo lieve.

La folla, scortata dalle forze dell'ordine, si è fermata oggi a Bojon di Dolo, nel veneziano. La meta finale è Venezia, ma oggi l'obiettivo era raggiungere una tappa intermedia, Mira. Ieri notte hanno dormito nella Chiesa di Codevigo (Padova) aperta per l'occasione dal parroco per evitare che i manifestanti dormissero all'addiaccio. In cambio i migranti hanno provveduto alla pulizia della chiesa e del piazzale. Poi, dopo aver lasciato Codevigo si sono spostati fino a Rosada, proseguendo lentamente sempre lungo l'argine. In testa del corteo alcune bandiere dell'Usb e dietro file di uomini: alcuni avvolti in coperte, altri con sacchi o trolley in testa, altri ancora con a mano delle valigie. La prossima notte la passeranno in alcune strutture parrocchiali, secondo quanto ha disposto il prefetto Carlo Boffi. Quando i migranti hanno ricevuto questa notizia hanno esultato, gridando "Viva l'Italia".

Sulla marcia è intervenuto anche il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana-Possibile, Giulio Marcon "Grande preoccupazione per quanto sta succedendo in queste ore in Veneto. Sinistra Italiana-Possibile è vicina ai migranti ospitati nel centro di accoglienza di Cona che hanno intrapreso una "marcia della dignità" per dire basta a condizioni di vita inaccettabili e disumane. Non è tollerabile che oltre 1100 migranti vivano in quattro grandi tendoni in una grave situazione di sovraffollamento che ormai dura da troppo tempo. E' necessario istituire subito un tavolo tra una delegazione dei migranti, le associazioni e la Prefettura per trovare al più presto una soluzione. Il campo va svuotato e chiuso in tempi rapidi e bisogna individuare soluzioni alternative in piccoli centri, alberghi e strutture pubbliche". 

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