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Migranti, la Grecia frena sul piano Ue-Turchia: “Servono più di 24 ore, non siamo pronti”

Oggi entra in vigore l’accordo con Ankara, chiuso venerdì. Secondo fonti di polizia dell’isola di Lesbo, ancora non c’è un’idea precisa di come attuare il piano e servono rinforzi. Nel frattempo continuano gli sbarchi e i naufragi.
A cura di Claudia Torrisi
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Migranti, naufragio al largo dell'isola di Lesbo

Era prevista per oggi l'entrata in vigore dell'accordo tra Unione europea e Ankara sulla gestione della crisi dei migranti. Il patto – perfezionato venerdì – prevede che tutti i profughi arrivati in Grecia tornino in Turchia; e per ogni migrante riportato indietro, il governo turco ne invierà uno siriano in Ue. Atene, però, frena e chiede più tempo per organizzare il piano. Secondo il portavoce del coordinatore del governo greco per le politiche migratorie, Giorgos Kyritsis, infatti, "ci vogliono più di 24 ore". Circostanza confermata anche dall'ammissione di una fonte di polizia dell'isola di Lesbo, dove si registrano la maggior parte degli arrivi dalle coste turche, secondo cui "ancora non abbiamo idea di come attueremo in pratica il piano. Ma soprattutto stiamo ancora aspettando i rinforzi promessi dall’Europa per smaltire più velocemente le richieste d’asilo: traduttori, avvocati, funzionari di polizia". Per attuare il sistema di scambio "uno a uno" previsto dall'accordo serviranno in Grecia circa 2.300 persone tra esperti, interpreti, funzionari degli uffici immigrazioni e della sicurezza.

Nel frattempo, gli sbarchi continuano senza sosta. Il Comitato di crisi del governo di Atene ha riferito che nella notte sono arrivate 875 persone provenienti dalle coste turche. Solo ieri erano sbarcati sulle coste delle isole greche 1.498 migranti, 670 venerdì e 239 giovedì. Al momento in Grecia ci sono 48.141 rifugiati, di cui in 7.316 si trovano sulle isole dell'Egeo orientale, 13 mila nella zona di Atene-Pireo. Gli altri, invece, sono distribuiti nei campi profughi al centro e al nord della penisola ellenica, tra cui quello di Idomeni, al confine con la Macedonia.

Nel frattempo, con la chiusura della rotta balcanica, torna a prendere piede quella del Mediterraneo centrale. Nelle ultime ore sono state soccorse nei pressi della Sicilia circa 1800 persone. Al largo della Libia, invece, l'ennesima strage: trenta migranti sono morti in un naufragio di fronte Mellitah.

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