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Meriem, la ragazza di Padova arruolata con l’Isis, cambia nome. Arriva mandato di arresto

Per Meriem Rehaily, fuggita dal Veneto alla SIria, ora si fa chiamare Sorella Rim, arriva mandato di cattura internazionale con la pesante accusa di terrorismo.
A cura di Giorgio Scura
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Mandato di cattura internazionale per Meriem Rehaily, la padovana 21enne di origine marocchina fuggita da casa nel luglio 2015 per andare a combattere in Siria. Il provvedimento è stato firmato dal gip di Venezia Roberta Marchiori su richiesta della procura antiterrorismo. Su di lei, che si farebbe ora chiamare Sorella Rim pende un'accusa di terrorismo. In febbraio era corsa la voce che la giovane avesse telefonato al padre dicendosi pentita della scelta ma lo stesso genitore aveva smentito la notizia.

La ragazza era fuggita da Arzegrande (Padova) sfruttando un passaggio per Bologna e poi imbarcandosi su un volo della Turkish Airlines per raggiungere Istanbul. Da lì, dopo un rocambolesco viaggio, è riuscita a raggiungere il territorio siriano e ad arruolarsi nelle fila dello Stato Islamico. La ragazza, che a quanto pare non aveva mai palesato in Italia il suo desiderio di combattere per l'Isis, sarebbe stata convinta ad arruolarsi online, tramite la miriade di gruppi Facebook e messaggi inviati da "reclutatori" a persone che potrebbero essere interessare a imbracciare le armi nella "guerra santa".

Meriem era arrivata in Italia insieme ai genitori quando aveva nove anni. Il padre – Roudani – lavorava come operaio in una ditta che produceva condizionatori d'aria riuscendo a garantire alla ragazza un tenore di vita "occidentale": vestiti alla moda, di tanto in tanto scarpe firmate, pc, smartphone. La giovane frequentava l'istituto tecnico di Piove di Sacco: se di giorno andava in classe e studiava, la sera sovente si attaccava al computer e pianificava attacchi informatici rilanciando messaggi di propaganda e arrivando a stilare un elenco di dirigenti di polizia da uccidere.

Ma la Jihad non si può fare comodamente seduti davanti a un computer a migliaia di chilometri dai campi di battaglia: per questo Meriem avrebbe preso contatti con un algerino ed avrebbe espresso il desiderio di partire per la Siria. Per più di un anno l'uomo le avrebbe fornito le istruzioni per non farsi scoprire, ordinandole di cancellare i suoi profili social e preparare i documenti e i soldi necessari per partire. Quindi sarebbe arrivato il "grande giorno": un'auto avrebbe condotto la ragazza a Bologna e da qui un aereo l'ha portata in Turchia. Quello che è accaduto successivamente è ancora un mistero che forse solo Meriem riuscirà a chiarire quando, e se, tornerà a casa.

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