Melandri e lo stipendio al Maxxi: 300mila sterline? Lei smentisce, ma è bufera

L'ormai quasi ex deputata del Pd Giovanna Melandri chiederà uno stipendio di 300mila sterline per il suo nuovo incarico alla guida del Maxxi? Ruota tutto intorno a questa domanda la polemica politica che sta investendo l'ex Ministro per i Beni e le Attività Culturali del Governo Prodi, accusata dagli avversari politici di aspirare ad un corposo stipendio a carico dello Stato. Dopo le dimissioni da parlamentare da parte della Melandri infatti il Pdl non molla, chiede spiegazioni, fa interrogazioni parlamentari e addirittura annuncia un ricorso alla magistratura. Il tutto nasce da un'intervista del Corriere della Sera dove la Melandri pur conscia che per il prestigioso incarico non c'è alcuna remunerazione, affermava di attendere dal consiglio di amministrazione della fondazione Maxxi la decisione su eventuali indennità, aggiungendo inoltre che la sua ambizione è quella di inserire il Maxxi nel circuito dei grandi musei internazionali come la Tate Modern di Londra. A questo punto dal Pdl insorgono con in testa il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che accusa "Melandri ha mentito, prima ha detto che l'incarico era gratuito mentre ora parla delle delibere del Consiglio di amministrazione che stabiliranno il suo compenso"
Le critiche dl Pdl – A stretto giro interviene anche l'ex sottosegretario ai beni culturali del Governo Berlusconi, Francesco Giro, che sottolinea "Nella sua intervista al Corriere della Sera la Melandri dice tre cose molto precise: che prenderà uno stipendio, che il nuovo Cda del Maxxi dovrà decidere l'importo, che lei comunque vuole essere equiparata ai colleghi della prestigiosa Tate Modern di Londra, che non prendono meno di 300 mila sterline l'anno". Dal suo canto in questo "clima di maccartismo bipartisan" come lei stesso lo ha definito, Melandri rigetta le accuse e chiede l'intervento diretto del Ministero per sciogliere ogni dubbio. Dal Mibac effettivamente smentiscono la possibilità di un compenso milionario per la Melandri ricordando che dal 2010 è la legge ad imporre che presidenti e componenti di Cda delle fondazioni culturali non debbano percepire alcun compenso.
La smentita del Ministero non convince i detrattori – Neanche la risposta del Ministero però convince i detrattori della Melandri che temono sotterfugi e spiegano "noi faremo le barricate su ogni tipo di maxi stipendio palese o camuffato come rimborso spese di qualsiasi foggia o natura". A parte lo stipendio però le accuse vanno oltre con il senatore del Pdl Achille Totaro che annuncia che si rivolgerà alla magistratura perché "bisogna valutare modalità della scelta e compenso" e con Gasparri che insinua "Melandri insegue una poltrona perché non ricandidata dal suo partito nel quale, senza parlarne all'esterno, pressoché tutti condividono le nostre critiche a questo patetico soccorso alla deputata priva di seggio".