Mazzacurati, liquidazione da 7 milioni di euro al manager inquisito
E' una cifra quasi da record quella corrisposta all'ingegnere Giovanni Mazzacurati, direttore e poi presidente del Consorzio Venezia Nuova fino a pochi mesi fa: sette milioni di euro di buonuscita, una cifra davvero altissima che non ha mancato di causare polemiche bipartisan anche dai gruppi politici. Va però detto che il Consorzio, in quanto ente privato, ha la possibilità di consegnare qualsiasi cifra, in questo caso calcolata in base agli anni (30) in cui Mazzacurati è stato dirigente e poi presidente del sodalizio. "Abbiamo fatto tutto seguendo le indicazioni di due studi legali e dei consulenti del lavoro", conferma il nuovo presidente Mauro Fabris, "la cifra di partenza era molto più alta". Lunedì mattina il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è tornato sull'argomento, sottolineando come queste "sono partite che, onestamente e obbiettivamente, riguardano il mondo del privato". Certo, però, sette milioni di euro è una cifra che può lasciare perplessi. "Certo è che, mettendomi nei panni di un lavoratore che guadagna mille euro al mese e che legge di una liquidazione come questa, sicuramente qualche pensiero può venire in mente", ha affermato il governatore.
Anche la politica locale ha fatto sentire la propria voce. Visto e considerato che Giovanni Mazzacurati poche settimane dopo le sue dimissioni da presidente del Consorzio fu arrestato con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta. Secondo il Pd veneziano questo indennizzo sarebbe "scandaloso". Ma anche Fratelli D'Italia e M5S fanno notare come l'associazione di imprese sia nata per la costruzione di una opera pubblica, il Mose. Secondo il consigliere democratico Jacopo Molina, si avrebbe operato quindi in regime di monopolio senza necessità di attività imprenditoriale (visto che le risorse finanziare vengono stanziate dallo Stato).