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Matteo Renzi: “Radio Radicale chiude per un Crimi qualsiasi, governo del cambiamento meschino”

Nella sua enews il senatore del Pd Matteo Renzi, nel giorno del lutto per il giornalista radiofonico Massimo Bordin, esprime la sua solidarietà ai giornalisti di Radio Radicale: “L’idea che debba chiudere per colpa di un Vito Crimi qualsiasi dimostra quanto sia meschino il Governo del cambiamento”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Domani le Camere approvano il Def. Secondo me Salvini e Di Maio stanno giocando una partita pericolosa sulla pelle degli italiani e del ceto medio". Matteo Renzi, senatore del Partito democratico ed ex presidente del Consiglio, lo scrive nella sua enews. "Inutile fare polemica, adesso. Non resta che aspettare e il tempo farà giustizia delle incredibili bugie che questi signori hanno raccontato. Peccato solo che il conto lo pagherà quella che Giorgio La Pira chiamava la ‘povera gente'".

"La stessa cosa, del resto, sta accadendo nel Regno unito. Hanno vinto un referendum – per uscire dall'Europa – raccontando una montagna di fandonie. Con le bugie hanno vinto il referendum, ma ha perso il Paese. Così sono andate le cose nel Regno Unito. E non solo nel Regno Unito, a dire il vero…", ha aggiunto.

Dall'ex segretario del Pd arriva anche il sostegno per Radio Radicale, che sembra prossima alla chiusura, e che oggi piange la morte della sua storica voce, quella del giornalista Massimo Bordin: "L'idea che Radio Radicale, che accompagna la politica italiana da decenni in nome della trasparenza e dell'informazione, debba chiudere per colpa di un Vito Crimi qualsiasi dimostra quanto sia meschino il governo del cambiamento. Solidarietà ai giornalisti di Radio Radicale".

Ma l'esecutivo non è intenzionato a rinnovare la convenzione alla radio: "Non ho niente da aggiungere rispetto alle dichiarazioni del sottosegretario Crimi: non è in discussione il servizio fondamentale di trasparenza dell'attività degli organi istituzionali", ha detto oggi il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Ricordo che abbiamo un servizio pubblico finalizzato a garantire la conoscenza da parte dei cittadini dei lavori delle istituzioni – ha aggiunto Bonafede – un servizio pubblico rispetto al quale, lo ricordo, i cittadini pagano un canone".

Matteo Renzi ha annunciato poi querele per i suoi avversari, e promette di essere "solo all'inizio": "Avevo promesso di iniziare a chiedere i danni per le infamie che ho ricevuto in questi anni. E vi avevo garantito che vi avrei tenuti informati. I primi dieci atti formalmente predisposti oggi sono contro: 1) Piero Pelù per avermi definito in diretta TV al concertone "boy-scout di Licio Gelli"; 2) Marco Travaglio per le immagini offensive in uno studio TV; 3) Il Fatto Quotidiano per avermi attribuito la realizzazione di leggi "ad cognatum"; 4) la giornalista Rai Costanza Miriano per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa ‘di un porto aperto da Renzi'; 5) lo chef Vissani per avermi definito ‘peggio di Hitler'; 6) la giornalista D'Eusanio, per avermi insultato in TV; 7) il ministro Trenta e la senatrice Lupo, per le dichiarazioni sull'aereo di Stato; 8) Il Corriere di Caserta per un editoriale ancora sull'aereo di stato; 9) Panorama, sulla vicenda Paita – alluvione di Genova; 10) chi mi ha accusato di essere un ladro per la vicenda banche".

La replica della ministra Trenta

"Che dirle, a volte ritornano. Se è nostalgico del suo aereo mi dispiace…". Così la ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha commentato la querela annunciata nei suoi confronti dall'ex premier Matteo Renzi per la vicenda dell'aereo di Stato.

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