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Maroni: mi piacerebbe fare il Governatore della Lombardia

Il segretario del Carroccio scopre le carte nel duello per la Regione Lombardia rivelando che lo scopo della Lega è mettere un proprio uomo alla guida del Pirellone.
A cura di Antonio Palma
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Maroni: mi piacerebbe fare il Governatore della Lombardia

Non sarà certo la condizione per la prosecuzione dell'alleanza con il Pdl in Lombardia, ma a Roberto Maroni farebbe molto piacere poter governare la Regione nel dopo Formigoni. Lo ha dichiarato lui stesso in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui fa il punto della situazione in Lombardia dopo l'azzeramento della giunta e dà il suo punto di vista nella diatriba sull'accordo di Roma. Poter Governare la propria Regione ha spiegato il segretario della Lega "è senza dubbio la massima ambizione di un federalista", per questo "ne sarei onorato, e posso anche dire che sarebbe per me certamente più importante e gratificante che non fare il ministro". Insomma se ci fosse la possibilità Maroni non si tirerebbe certo indietro anche se chiarisce "non è certo una questione personale", ben più importante infatti è mettere alla guida del Pirellone un uomo della Lega come già fatto in Veneto e Piemonte.

Chissà cosa ne pensano gli alleati del Pdl con i quali Maroni vuole evitare la rottura definitiva dopo l'ultimatum a Formigoni. "In Lombardia questa alleanza può continuare" ha spiegato l'ex Ministro, perché ci sono due motivi fondamentali per non dire addio al Pdl, "il primo è che l'esperienza di governo degli ultimi dieci anni in Lombardia è un'esperienza di successo", mentre "in secondo luogo, rompere l'alleanza significa  consegnare la Regione alla sinistra". Perché allora la rottura? "La Lega, e io personalmente, non può accettare di stare in una giunta in cui c'è un assessore accusato di aver preso voti dalla ‘ndrangheta" ha chiarito Maroni e dunque serviva un segnale di discontinuità.

Del resto il segretario del Carroccio non crede di aver violato alcun patto dopo l'incontro con Alfano e Formigoni. "La Lega non ha rotto alcun patto e io non ho preso alcun impegno per arrivare al 2015" ha ribadito Maroni, l'accordo riguardava solo tre punti "l'azzeramento dell'attuale giunta, una nuova legge elettorale e l'approvazione della legge di bilancio entro Natale", risolti i quali si sarebbe dovuti andare alle urne ad aprile. Il problema dunque sembrerebbero i tempi previsti per portare a termine queste riforme e soprattutto il risparmio con l'accorpamento alle elezioni politiche.

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