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Mafia, ondata di arresti nel Gargano: decapitato il clan di Girolamo Perna

Sette persone sono state arrestate questa mattina all’alba: si tratta di membri del clan Perna, uno dei più potenti del Gargano grazie al controllo del traffico di droga.
A cura di Davide Falcioni
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La Squadra Mobile di Foggia e Bari ha eseguito questa mattina ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. di Bari Giovanni Anglana nei confronti di sette persone, tutte ritenute appartenenti all'organizzazione criminale con a capo Girolamo Perna: si tratta di Claudio e Giovanni Iannoli, rispettivamente neti nel'79 e '86, Giovannantonio Cariglia classe '96, Stefan Cealicu del '65, Raffaele Giorgio Prencipe del 1984, Carmine Romano classe 1970 e Giuseppe Stramacchia del 1986. Gli arresti sono stati eseguiti a Vieste questa mattina all'alba: gli agenti hanno agito con la supervisione aerea di un elicottero del IX Reparto Volo della polizia. Gli inquirenti hanno inoltre completamente cinturato l'area interessata permettendo agli uomini delle squadre mobili e dello S.C.O. di fare irruzione nelle case degli indagati, traendoli in arresto dopo mirate perquisizioni locali.

Le indagini sono scattate dopo l’omicidio di Gianbattista Notarangelo, avvenuto a Vieste il 6 aprile 2018. L'inchiesta sul delitto ha permesso di accertare l’esistenza di un fiorente traffico di droga nella cittadina garganica, alimentato dall’enorme afflusso turistico. La guerra tra clan ruota naturalmente intorno al controllo egemonico dello spaccio, e gli affiliati hanno dimostrato di non farsi alcun problema nell'utilizzo delle armi, con azioni violente e con metodi mafiosi. La vendita degli stupefacenti serviva, tra l'altro, ad assicurare il mantenimento economico-assistenziale del capo clan Girolamo Perna, detenuto dal tre maggio scorso

In assenza del boss, Claudio e Giovanni Iannoli, in qualità di organizzatori del clan, si occupavano di assicurare il costante rifornimento delle piazze di spaccio di Vieste, provvedendo anche ad assoldare nuovi sodali, utilizzati anche per la custodia delle armi del clan e di pianificare agguati mortali nei confronti dei rivali. I fratelli Iannoli venivano continuamente informati dai membri del gruppo di tutte le questioni inerenti l’attività illecita, occupandosi di valutare i canali di distribuzione e l’ammissione di ulteriori soggetti come intermediari o distributori finali della droga, nonché di assumere le decisioni sul prezzo delle sostanze, sulla situazione delle piazze di spaccio e anche sui rapporti con il clan rivale.

Dalle indagini è emerso come il gruppo criminale avesse messo in atto un sofisticato sistema di occultamento della droga: in un caso, ad esempio, cocaina purissima era stata nascosta all’interno di un pacchetto di sigarette abbandonato da Raffaele Giorgio Prencipe alla base di un olivo sul ciglio di una strada di campagna a Vieste. Il sodalizio usava una particolare accortezza nella scelta dei luoghi di stoccaggio delle sostanze stupefacenti, provvedendo, con cadenza quasi quotidiana, ad effettuare numerosi spostamenti.

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