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M5S attacca il Governo sui dati del PIL: “È Renzi che vale zero”

Durissimo attacco del M5S al Presidente del Consiglio , dopo la diffusione dei dati sulla crescita economica da parte dell’ISTAT.
A cura di Redazione
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La conferma della crescita zero arrivata dall’Istat, ha ovviamente riacceso le polemiche intorno all’efficacia dei provvedimenti del Governo Renzi in materia di politica economica e fiscale. Se l’esecutivo si mostra comunque fiducioso (e lo stesso Renzi annuncia nuovi provvedimenti nella legge di bilancio del prossimo anno), durissima è la lettura del Movimento 5 Stelle.

Con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, a firma della senatrice Barbara Lezzi, vengono indicate le responsabilità del Governo e in particolare del Presidente del Consiglio rispetto alla stagnazione dell’economia italiana. In particolare l’accento è sugli errori nelle previsioni sulla crescita del PIL:

“[…] Il Bomba, che sperava in una sorpresa, ha dovuto mandare Padoan davanti alla telecamere a dire che "c’è crescita". Peccato che questa crescita, già di per sé drogata dai profitti della criminalità, sia ad oggi meno della metà di quanto previsto dal Governo nei mesi passati. […] Cosa succede quando un Governo sbaglia clamorosamente le previsioni sul Pil? Chei conti pubblici saltano: meno prodotto significa meno lavoro, e meno lavoro significa meno gettito e più spesa sociale. L’unico modo per continuare a stritolare le casse pubbliche dentro gli assurdi vincoli europei, quindi, è tagliare ancora la spesa sociale, ad esempio la sanità.”

La soluzione, nella lettura del Movimento 5 Stelle, è comunque a portata di mano:

L’ideale, al contrario, sarebbe rilanciare gli investimenti produttivi, creando direttamente occupazione e domanda per le imprese, ma gli stessi vincoli europei lo impediscono con la regola del 3% deficit/Pil. Non a caso gli investimenti fissi lordi, in picchiata da anni, ricominciano a calare nel secondo trimestre (-0,3% sul primo) portandosi dietro l’industria e il lavoro. La domanda interna, che aveva beneficiato nel 2015 del fortunato contesto internazionale, è di nuovo ferma (+0,1% consumi famigliari, -0,3% consumi della Pa), e l’unico segno + è quello delle esportazioni (+1,9%), facilitate sia dall’euro debole, che è merito di Draghi, sia dalla deflazione, che rende più convenienti i nostri prodotti all’estero ma distrugge la domanda interna.

L’unico effetto dell’austerità è di costringere i cittadini italiani a nuovi inutili sacrifici, perché l’austerità distrugge il Pil e con esso l’occupazione e i conti pubblici. Lo hanno capito tutti, dopo 8 anni di crisi, ma il Governo del Bomba, che doveva rottamare il Pd, ha preferito continuare su quella strada e rottamare se stesso. È l’unica buona notizia.

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