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Luglio da bollino nero per i viaggiatori: dopo Ryanair, sciopero in vista anche per Vueling

Per il mese di luglio sono previsti numerosi scioperi che potrebbero provocare non pochi disagi ai viaggiatori. I piloti e gli assistenti di volo di Ryanair sciopereranno il 25 e 26 luglio in Italia, Belgio, Spagna e Portogallo mentre quelli della compagnia Vueling si fermeranno per 24 ore il prossimo 21 luglio.
A cura di Charlotte Matteini
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Il mese di luglio si preannuncia da bollino nero per i viaggiatori che si apprestano ad andare in vacanza con le compagnie low cost. Non solo i dipendenti dell'irlandese Ryanair faranno sciopero il 25 e 26 luglio in Italia, Belgio, Spagna e Portogallo, ma il prossimo 21 luglio anche i lavoratori della compagnia Vueling hanno annunciato una protesta degli assistenti di volo per 24 ore, indetta da Usb Lavoro Privato. Sia i dipendenti di Ryanair che quelli di Vueling protestano per le condizioni lavorative cui sono sottoposti. Questi due scioperi, annunciati nel pieno del periodo estivo, rischiano di provocare non pochi disagi ai vacanzieri. "L'iniziativa di lotta è stata decisa dopo il fallimento degli incontri nei quali la delegazione aziendale si è rifiutata di accogliere le nostre richieste di modifica al contratto aziendale, su cui l'Unione Sindacale di Base aveva espresso una valutazione negativa, appena sottoscritto con un'altra associazione professionale nonostante la nostra rappresentatività. Questo sciopero solleva quindi il tema di un contratto insufficiente con salari del 30% sotto i competitori low cost e di una parte normativa con il sistema dei riposi, in alcuni casi in contrasto con le previsioni della legge ma anche per la mancanza di rispetto della rappresentanza sindacale, liberamente scelta dai lavoratori", spiega il sindacato.

"Soprattutto solleva, per l'ennesima volta, il fatto che nel nostro Paese non esiste un sistema di regole generale che impegni le compagnie aeree a fare riferimento al Ccnl e che questo debba essere la base valida e applicabile per tutti vettori. Al contrario è possibile per qualunque operatore sfruttare il mercato nazionale con qualsiasi contratto o regolamento aziendale, a volte avallato da sindacati disponibili alle deroghe rispetto alla normativa generale. Porre fine al dumping nei contratti al ribasso è una delle maggiori urgenze per la riforma di un settore in forte crescita ma che negli ultimi 15 anni ha prodotto solo una enorme perdita di posti di lavoro, tagli salariali e di diritti. Ci aspettiamo che il governo batta un colpo su questa situazione non più sostenibile", conclude l'Usb.

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