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Libia, i ribelli marciano su Sirte: si va verso lo scontro finale

Fonti militari vicine ai ribelli hanno rivelato che l’attacco alla roccaforte di Gheddafi è imminente. Intanto di Muammar Gheddafi nessuna traccia.
A cura di Alfonso Biondi
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Rivolta in Libia

I ribelli libici si preparano per l'ultimo attacco al Raìs, probabilmente quello decisivo. L'obiettivo è Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi ed ultima roccaforte di un regime con l'acqua alla gola. Fonti militari hanno riferito all'agenzia di stampa Ansa che "l'attacco ormai è imminente". Ieri i comandanti delle milizie ribelli di Misurata avevano ottenuto da Mustafa Abdul Jalil, presidente del Consiglio nazionale di transizione, l'autorizzazione ad attaccare appena l'avessero ritenuto opportuno. E i gerarchi hanno chiamato a gran raccolta i propri combattenti. Un'adunata che sta continuando anche in queste ore: sull'autostrada Misurata-Sirte sfrecciano in continuazione pickup armati zeppi di uomini. Sono migliaia. Sui pickup ci sono missili Grad, cannoncini e mitragliatrici. Si va a Sirte per l'ultima battaglia.

Le milizie dei rivoltosi sono quasi a Isha, l'ultima città di un certo rilievo prima di Sirte da cui dista circa 100 chilometri. Un gerarca dei ribelli fa sapere che "il fronte dei gheddafiani è a circa 45 km da qui" e che da Misurata e dalle altre città della Libia continuano ad arrivare uomini.

SCONTRI A BANI WALID- Se la battaglia di Sirte è imminente, quella per il controllo di Bani Walid è già scattata. Le truppe armate di Muammar Gheddafi non hanno infatti accolto l'ultimatum dei ribelli,  che per tutta risposta hanno iniziato ad occupare delle postazioni nella parte settentrionale della città. Scontri a fuoco e numerose esplosioni si sono registrati nella zona periferica. La Bbc ha parlato di numerose ambulanze giunte sul luogo.

NESSUNA TRACCIA DI GHEDDAFI-  Del colonnello ancora nessuna traccia. Negli scorsi giorni si erano susseguite con insistenza alcune voci su una sua fuga in Niger, prontamente smentite dal Raìs all'emittente televisiva Al Rai. Intanto si infittisce la schiera di Paesi pronti ad ospitarlo nel caso decidesse di lasciare la Libia: l'ultimo in ordine di tempo è stato la Guinea-Bissau, il cui Primo Ministro Carlos Gomes Junior s'è detto pronto ad accogliere Gheddafi "a braccia aperte".

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