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Lampedusa, affonda barcone di immigrati: 11 morti, tra cui un bambino

Continuano gli sbarchi clandestini a Lampedusa. Muoiono undici immigrati in un naufragio al largo delle coste siciliane. Tra le vittime un bambino, nel giorno di Berlusconi a Lampedusa.
A cura di Alessio Viscardi
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Tunisini a Lampedusa

Nuovi sbarchi clandestini a Lampedusa e una nuova tragedia del mare trascina nelle fredde acque del mediterraneo la vita di un bambino tunisino assieme a quella di altri 11 immigrati. Nel giorno in cui Silvio Berlusconi a Lampedusa annuncia di aver comprato una casa e firmato accordi per bloccare gli sbarchi, nella lingua di mare che divide l'Italia dall'Africa si continua a morire. Sembra quasi impossibile che il premier riesca a mantenere la promessa di sgomberare l'isola entro 48 ore da tutti gli stranieri.

Il Canale di Sicilia, intanto, fa registrare altre undici morti. Il naufragio di un gommone, una delle tante carrette del mare che arrivano ogni giorni dalla Tunisia a Lampedusa, ha permesso soltanto a sei disperati di sopravvivere al gelo delle acque notturne. Sebbene la carretta fosse partita dalla Tunisia, a bordo c'erano extracomunitari di ogni etnia: Gambia, Sudan e tunisini. I disperati sono stati soccorsi dalla Marina militare italiana con la nave “Comandante Borsini”, dopo essere stati recuperati da un peschereccio egiziano.

Oggi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era giunto a Lampedusa per risolvere l'annosa questione degli immigrati, che superano in numero gli stessi abitanti dello scoglio di mare siciliano. Il sindaco Bernardino De Rubeis e il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, assieme al premier hanno incontrato la popolazione. Berlusconi, a un migliaio di isolani, ha promesso: “In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani”.

Sebbene oggi siano morti altri 11 immigrati, Silvio Berlusconi ha promesso agevolazioni per Lampedusa, una moratoria fiscale, l'istituzione di una zona franca e la candidatura per il Nobel per la pace. Infine, il premier ha affermato di ave comprato casa sull'isola in modo da esprimere la propria solidarietà per le sofferenze della popolazione stremata da mesi di sbarchi clandestini.

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