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La frase dell’arcivescovo di Trieste: “C’è il diritto di non emigrare”. Salvini lo ringrazia

L’arcivescovo ha spiegato cosa prevede la Dottrina ufficiale della Chiesa sull’accoglienza e assistenza degli immigrati: “Non potendo andare tutti a Lampedusa ad accogliere immigrati bisogna impegnarsi con una buona politica, la quale deve sempre perseguire il bene comune, che non è solo quello degli immigrati, ma anche quello della nazione accogliente e quello del bene della comunità universale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La Carità personale getta spesso il cuore oltre l'ostacolo". L'intervista pubblicata ieri su ‘La Verità' sta facendo discutere: l'arcivescovo di Trieste Monsignor Giampaolo Crepaldi, prsidente dell'Osservatorio cardinale Van Thuàn ha affrontato il problema dell'immigrazione, distinguendo tra assistenza e accoglienza dei migranti. Due concetti apparentemente simili ma non sovrapponibili, secondo la Chiesa. La società occidentale, secondo Crepaldi, si sarebbe indebolita, ed è diventata troppo tollerante. Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha pubblicato su Facebook l'intera intervista accompagnandola con un semplice commento: "Grazie".

L'arcivescovo ha spiegato cosa prevede la Dottrina ufficiale della Chiesa: "Non potendo andare tutti a Lampedusa ad accogliere immigrati bisogna impegnarsi con una buona politica, la quale deve sempre perseguire il bene comune, che non è solo quello degli immigrati, ma anche quello della nazione accogliente e quello del bene della comunità universale". Detto in altri termini la Chiesa non predica, secondo l'arcivescovo di Trieste, un'accoglienza senza ‘se' e senza ‘ma', ma distingue in base ai singoli casi. "Le politiche dell'immigrazioni devono considerare i bisogni di chi chiede accoglienza e, nello stesso tempo, interrogarsi sulle reali possibilità d'integrazione. Oltre all'assistenza immediata ci sono altri problemi". Queste priorità, secondo Monsignor Crepaldi, sono rappresentate dalla lotta alla criminalità organizzata che organizza gli sbarchi o dalle Ong "colluse", o dall'assenza di una cooperazione europea nella gestione dei flussi migratori.

Il giornalista, Lorenzo Bertocchi, ha chiesto all arcivescovo di Trieste se il fenomeno delle migrazioni sia un fatto "ineluttabile", che comporti l'accettazione di una società multietnica, in cui convivano diverse religioni. Monsignor Crepaldi ha risposto così: "Bisogna distinguere tra le situazioni di fatto e quelle di diritto. Può darsi che il fenomeno delle migrazioni di fatto continui, ma nessuno può dire che sia di per sé un bene". La visione della Chiesa sarebbe questa: "I vescovi dell'Africa invitano i loro giovani  a non emigrare, e la dottrina sociale della Chiesa dice che esiste prima di tutto un diritto a "non emigrare" e a rimanere nella propria nazione e presso il proprio popolo. Del resto, si sa che dietro la marea migratoria si celano molti interessi anche geopolitici. Le migrazioni quindi non sono un bene in sé. Dipende se servono il bene dell'uomo o no". Anche la stessa società multietnica non va presa come un valore assoluto: la compresenza di diverse etnie rischia insomma di essere un pericolo per una "convivenza ordinata", se le varie religioni che si che la compongono propugnano valori distanti dai nostri, come "la superiorità del maschio sulla femmina o le mutilazioni genitali". 

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