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La bozza di legge elettorale e le reazioni della politica

Dall’apprezzamento di Giorgio Napolitano alla rabbia dell’Italia dei Valori. Ecco quali sono state le reazioni del mondo della politica all’accordo sulla nuova legge elettorale.
A cura di Alfonso Biondi
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Dall'apprezzamento di Giorgio Napolitano alla rabbia dell'Italia dei Valori. Ecco quali sono state le reazioni del mondo della politica all'accordo sulla nuova legge elettorale.

Alfano, Bersani e Casini hanno trovato l'accordo di massima sulla nuova legge elettorale. Dopo il vertice di ieri a Montecitorio durato circa 2 ore, l'Abc sembra aver trovato la quadratura del cerchio: va eliminato l'obbligo di coalizione, tagliato il numero dei parlamentari; sulle liste, poi, andrà indicato il nome del candidato alla Presidenza del Consiglio. Previsti anche una soglia di sbarramento, il diritto di tribuna per quei partiti che non riescono ad eleggere parlamentari e "la restituzione ai cittadini del diritto di scegliere i parlamentari". Non si torna, però, alle preferenze.

Soddisfazione per l'Abc- A margine dell'incontro, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha parlato di "un buon lavoro". "Ci rivedremo- ha aggiunto l'ex Ministro della giustizia- e credo che su riforme costituzionali e legge elettorale possiamo ambire a un buon risultato". "Il processo è stato avviato positivamente"- ha commentato Pier Luigi Bersani, ottimista sul varo del provvedimento entro le fine della legislatura. "C'è ancora qualcosa da perfezionare e probabilmente ci riuniremo di nuovo la prossima settimana"- ha concluso il segretario del Pd. Soddisfatto anche Casini, che ha affidato il suo pensiero a questo stato su facebook: "Si è chiesto alla politica di battere un colpo e noi l'abbiamo fatto. Si parla sempre di antipolitica, ma se si passerà dalle parole ai fatti la politica avrà dato una buona prova di sé".

Furiosa l'Italia dei Valori- Sulla bozza di legge elettorale è parsa molto critica l'Italia dei Valori. Il capogruppo alla Camera Massimo Donadi parla di una vera e propria "truffa" e spiega che un modello del genere non solo "non restituisce ai cittadini il diritto di scegliersi i candidati", ma gli toglie anche "il diritto di conoscere prima delle elezioni, e non dopo, il programma, la coalizione e il candidato premier". Duro anche il suo collega Felice Belisario, che, su facebook, denuncia un sistema che "peggiora il porcellum, perché impedisce ai cittadini di scegliere i parlamentari, e rimanda la formazione delle alleanze a dopo le elezioni. Insomma, un ritorno alla prima repubblica". Per Belisario la riduzione dei parlamentari sarebbe solamente uno "specchietto per le allodole per nascondere il vero inciucio".

Maroni: "Questa sarebbe la vera porcata"- Dura anche la Lega. "Se la nuova alleanza, composta da Pdl, Pd e Udc, si mette d'accordo per fare una riforma in cui si sceglie la maggioranza dopo il voto sottraendo ai cittadini il potere di decidere, sarebbe la vera porcata"- ha sottolineato Roberto Maroni. L'ex Ministro dell'Interno s'è poi detto favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari purché, contemporaneamente, venga istituito il nuovo Senato federale.

Il "vivo apprezzamento" di Napolitano- Un plauso all'accordo raggiunto da Alfano, Bersani e Casini arriva dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In una nota del Quirinale si legge che "il Capo dello Stato ha espresso il suo vivo apprezzamento per l'impegno manifestato dal Pdl, dal Pd e dal Terzo Polo a collaborare per avviare senza indugio – incardinandole parallelamente- un insieme di modifiche della Costituzione e la revisione della legge elettorale".

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