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Invasione di cimici nel Nord Italia, con la primavera è di nuovo emergenza

Insieme alla primavera ritorna il fastidioso insetto che ha creato non pochi danni lo scorso autunno. La cimice asiatica si diffonde rapidamente perché mancano i predatori delle zone d’origine. A rischio frutta e verdura.
A cura di S. P.
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Con l’arrivo della primavera in tanti, come lo scorso anno, si ritrovano a fare i conti con il problema della cimice asiatica. Sono numerose le segnalazioni che arrivano dal Nord-Est – nell'Udinese e nel Trevigiano – per la fastidiosa presenza di cimici.  Un insetto particolarmente pericoloso per i coltivatori. “Dopo un inverno in cui questi insetti si sono conservati al riparo e riprodotti, ora l’emergenza è alle porte”, ha detto Elio Tronchin della Coldiretti. Kiwi, pesche e verdure come pomodori, melanzane e cetrioli, temono l’invasione delle cimici. “La frutta e la verdura colpita subiscono un danno immediato, diventano immangiabili. I kiwi, per esempio, si staccano proprio dalla pianta e cadono a terra”, è quanto spiegano i coltivatori. Secondo Tronchin purtroppo in questo inverno si è fatto pochissimo per frenare la proliferazione e il timore è che l’invasione possa fare peggio dello scorso anno.

In un’intervista l’entomologo dell’Insubria Carlo Morelli, che studia da anni il comportamento di questi animali, ha confermato che è possibile che esista un legame fra cambiamento climatico e il proliferare di questi insetti nel senso che inverni lunghi e rigidi determinano sicuramente una maggiore mortalità negli animali svernanti, mentre inverni caldi ne favoriscono la sopravvivenza. “Se vogliamo trovare una connessione con le attività umane tuttavia direi che le ‘invasioni’ di cimici registrate lo scorso autunno sono sicuramente più correlate con l’introduzione nel nostro territorio di specie alloctone. Da poco è infatti comparsa anche nella nostra regione una cimice alloctona originaria dell’Asia orientale, nota appunto come ‘cimice asiatica’, introdotta involontariamente in Italia pochi anni fa. Questa cimice, che causa danni anche consistenti in ambito agricolo, raggiunge spesso numeri considerevoli e a quanto mi è stato riferito è causa di buona parte dell’invasione di cimici registrata lo scorso autunno”.

L’invito lanciato da Carlo Duso, ordinario di entomologia all’università di Padova, è comunque quello di non iniziare una personale guerra chimica contro la cimice asiatica perché c’è il rischio, oltre ad avvelenare l’aria, di far solo “traslocare” gli insetti e sicuramente di non risolvere il problema. La soluzione a breve termine è quella quindi di un intervento chimico, ma coordinato a livello regionale. In prospettiva, invece, secondo l’esperto bisognerà “importare” insetti antagonisti dall’Asia.

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