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Un’azienda di genetica ha un piano per riportare il Dodo sulla Terra, benvenuti a Jurassic Park

La Colossal Biosciences sta cercando di far resuscitare le specie scomparse attraverso la tecnica della de-estinzione. Per far tornare in vita i Dodo useranno il genoma del piccione delle Nicobare.
A cura di Elisabetta Rosso
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Verso la fine del diciassettesimo secolo, i coloni olandesi, francesi e britannici sbarcarono alle Mauritius. Ed è così scatta l’inizio della fine per i Dodo, gli uccelli goffi, blu e grigi che non sanno volare. Ora potrebbero essere riportati in vita grazie al processo di de-estinzione. Funziona più o meno come l’aveva immaginato Steven Spielberg in Jurassic Park. È possibile grazie all’editing genetico. La de-estinzione è di per sé una resurrezione biologica che permette, partendo da un piccolissimo frammento di Dna, di riportare in vita un animale estinto. Anche se non esiste da più di 500 anni.

Non è la prima volta per la Colossal Biosciences, l’azienda fondata nel 2021 dal genetista di Harvard George Church e dall'imprenditore Ben Lamm, e che ha ricevuto 150 milioni di dollari per il suo programma di de-estinzione. La società americana sta cercando “di far ripartire il battito cardiaco ancestrale della natura”, come scrive sul sito, ed è già al lavoro per ricreare il Mammut Lanoso e la Tigre della Tasmania.

Il Dodo sarebbe il primo uccello, e sarà necessario utilizzare una tecnica differente di editing genetico. Per riportarlo in vita, l'azienda sta utilizzando un processo in grado di estrarre le cellule germinali aviarie, (chiamate Pgc) dalle uova degli uccelli, “i Pgc dei piccioni verrebbero manipolati per svilupparsi infine, in un uccello simile a un Dodo", spiega Colossal Biosciences.

Come funziona la de-estinzione

Il realtà il processo potrebbe sollevare questioni etiche. La tecnica infatti richiede l’impianto di materiale generato all’interno del sistema riproduttivo di un parente della specie già esistente. Per esempio per la riproduzione del mammut servirebbe un elefante, e potrebbero essere necessarie molte gravidanze per sperimentare la tecnica, e chiaramente sarebbe stressante e nocivo per la specie donatrice.

In realtà per gli uccelli potrebbe essere più semplice dato che depongono le uova. Gli scienziati lavoreranno con il piccione delle Nicobare, che vive su isole e coste nel sud-est asiatico, ed è il parente più stretto del Dodo. Poi utilizzeranno il suo materiale genetico modificato in modo tale da riflettere i tratti caratterizzanti del Dodo.

Il progetto di de-estinzione, se funzionerà, non riporterà in vita il Dodo originale, ma una specie sostitutiva, chiamata Proxy. “Proxy è preferito a facsimile, che implica la creazione di una copia esatta, e si riferisce a un sostituto che rappresenti in qualche senso un'altra entità”, ha spiegato l’azienda. In poche parole, il Dodo del ventunesimo secolo, prodotto dal genoma di una specie affine, sarà molto simile all’originale ma con alcune differenze.

Quando il Dodo tornerà sulla Terra

Ci vorrà tempo per chiudere il progetto. Ben Lamm, ha spiegato che "anche se non siamo neanche lontanamente pronti per iniziare ad impiantare embrioni in surrogati, l'azienda dispone attualmente di un team che lavora sulla metodologia di clonazione necessaria per tale processo". Lamm ha poi aggiunto che al momento gruppi di lavoro stanno portando avanti contemporaneamente diverse tecniche "su problemi di biologia computazionale, ingegneria cellulare, riprogrammazione delle cellule staminali, embriologia, ingegneria delle proteine ​​e zootecnia". Ben Lamm ha anche sottolineato che il Dodo dovrebbe essere ricreato nel suo luogo di origine, "siamo molto trasparenti su dove reintrodurre il Dodo in natura, il posto ideale sarebbero le Mauritius".

Perché proprio il Dodo?

In realtà dal 1500 si sono estinte più o meno 161 specie di uccelli, come segnala il rapporto di Bird Life International del 2022. Ma il Dodo è diverso. L’uccello delle Mauritius, negli anni è diventato un'icona e quindi riportarlo in vita è un modo "per ispirare gli scienziati e il pubblico in generale, ad affrontare tutti questi problemi” ha spiegato Beth Shapiro, capo della sezione di paleontologia del Colossal Biosciences. “Giusto o sbagliato che sia, il Dodo è il simbolo dell'estinzione causata dall'uomo".

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