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Intelligenza artificiale (IA)

Una singola domanda è riuscita a mettere in crisi Meta AI

La storia è stata riportata dal quotidiano The Guardian. Un utente di Manchester ha chiesto a Meta AI di recuperare il numero verde di una linea ferroviaria. La risposta è stata curiosa: l’intelligenza artificiale di Meta ha risposto con il numero di un altro utente. Il problema? Viveva a 270 chilometri di distanza e non aveva nulla a che fare con il servizio ferroviario di Manchester.
A cura di Valerio Berra
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Il cerchio di Meta AI è comparso su WhatsApp con l’aggiornamento di fine marzo. È piccolo ed è colorato con sfumature che vanno dal blu al viola. Si è posizionato nella parte in basso a destra dello schermo e nonostante i metodi provati dagli utenti nessuno ha capito ancora come toglierlo. È il pulsante di accesso per l’intelligenza artificiale sviluppata da Meta. Dati alla mano è una soluzione molto comoda. È un chatbot base. Risponde a domande, crea immagini, ci aiuta a navigare su internet. È basato sul modello Llama 4, un Large Language Model creato da Meta. Certo, mancano ancora le funzioni più avanzate che abbiamo già visto su ChatGPT o Deepseek.

Il quotidiano britannico The Guardian però ha riportato una storia che lascia qualche dubbio sulla tenuta della privacy di Meta AI. È un episodio raccontato da Barry Smethurst, un uomo di 41 anni che voleva spostarsi in treno nella zona di Manchester, nello specifico tra le stazioni di Saddleworth e Manchester Piccadilly.

Barry Smethurst ha un problema. Arriva in stazione e non vede nessuno dei treni che pensava di prendere. Chiede a Meta AI il numero verde del servizio clienti. Qui però succede qualcosa. Il chatbot di WhatsApp gli restituisce un numero di cellulare. Non è quello del servizio clienti ma di un utente che viveva a circa 270 chilometri di distanza e che non aveva nulla a che fare con la rete ferroviaria.

Il problema delle allucinazioni dell'IA

A volte, come tante intelligenze artificiali, anche Meta AI si infila in processi di ragionamento che lo mettono parecchio in difficoltà. Le risposte cominciano a zoppicare, i dati saltano e alla fine le informazioni riportate iniziano ad essere un po’ fantasiose. In gergo si chiamano “allucinazioni”. Lo abbiamo visto pure con Papa Francesco, dato per vivo a diversi giorni dalla sua morte.

Anche nel caso di Barry Smethurst l’intelligenza artificiale di Meta ha avuto un’allucinazione. Il problema però è che il processo che ha seguito per trovare la risposta l’ha portata a diffondere il numero di telefono di un altro utente. Certo. L’intelligenza artificiale è figlia dei dati di cui si nutre quindi è possibile che il numero dell’utente WhatsApp fosse salvato, per errore, in altri siti. Il problema però sono proprio i dati da cui parte. Quante delle nostre informazioni personali sono state usate per addestrarla?

Un portavoce di Meta ha fornito una spiegazione al The Guardian. Non esattamente rassicurante: “Una rapida ricerca online mostra che il numero di telefono fornito erroneamente da Meta AI è disponibile al pubblico. Non solo. Condivide anche le stesse prime cinque cifre del numero del servizio clienti della linea ferroviaria”.

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