“Pubblica questo post se non vuoi dare i tuoi dati a Meta AI”: cosa c’è di vero dietro la catena social

Dalla fine di maggio 2025 Meta ha iniziato ufficialmente a utilizzare i dati di utenti e non utenti presenti sulle sue piattaforme social per addestrare la sua intelligenza artificiale, Meta AI, arrivata solo a fine aprile su tutti i nostri account, compreso WhatsApp. La notizia ha generato non poche perplessità, anche da parte dei Garanti della Privacy di diversi Stati europei, anche perché, come vi avevamo spiegato qui, chi non si è espressamente opposto entro il 27 maggio non può più impedire a Meta di utilizzare le sue informazioni precedentemente pubblicate.
Come abbiamo ormai imparato, la paura è il terreno fertile di cui si nutrono le fake news, così anche la nuova policy di Meta sul trattamento dei dati è diventata oggetto di una nuova catena social, la tradizionale catena di sant'Antonio ai tempi dei social, ovviamente senza nessun fondamento di verità. A segnalarla per primo sulla sua pagina Facebook è stato il Commissario della Polizia Postale Marcovalerio Cervellini, che ha ricondiviso il post incriminato.
Cosa dice il post fake
Il post fake che sfrutta la paura degli utenti che Metà utilizzi a loro insaputa le loro informazioni personali, comprese le foto, è il seguente: "Addio Meta AI. Tenete presente che un avvocato ha consigliato di mettere questo post, altrimenti si potrebbero avere conseguenze legali. Poiché Meta è ora un ente pubblico, tutti i membri devono pubblicare una dichiarazione simile. Se non pubblichi almeno una volta, si presuma che non ti importa che usino le tue informazioni e le tue foto. Quindi: Non concedo a Meta o a nessun altro il permesso di utilizzare i miei dati personali, informazioni del profilo o foto".
Lo schema è chiaramente quello di una tradizionalissima catena di sant'Antonio: si chiede alla persona di fare un semplice gesto, come condividere un post o inviarlo a un certo numero di persone, promettendogli in cambio la promessa di evitare conseguenze temibili. Qui addirittura si citano "possibili conseguenze legali". Peccato che fare questa azione non serva proprio a nulla.
Come fare davvero per non dare i propri dati a Meta
Come spiega Cervellini sul suo post "si tratta sostanzialmente della vecchia fake news di “Non autorizzo Facebook” aggiornata ai tempi di Meta AI. Esiste un solo modo per agire sulle preferenze di privacy del vostro account compilando un apposito modulo per segnalare la vostra opposizione all’uso dei dati come training delle AI".
È vero che chi non si è opposto prima del 27 maggio non può più impedire a Meta di utilizzare le informazioni precedentemente condivise, ma può comunque farlo per quanto riguarda i dati e le foto che pubblicherà in futuro. L'unica procedura per chiedere a Meta di non usare più i propri dati è attraverso le modalità ufficiali indicate dall'azienda, ovvero compilando i moduli predisposti a questo scopo. Li trovate sul Centro Privacy di Facebook, cliccando su questo link, oppure da Instagram, nella sezione "Impostazioni e privacy", inserendo la propria richiesta qui. Per entrare nel link dove prima fare log in.
Vale la pena ricordare che anche chi non ha i social può fare richiesta di opposizione, in quanto Meta potrà utilizzare le informazioni personali contenute in post, foto, commenti, didascalie, nonché quelle inviate attraverso l'utilizzo della stessa intelligenza artificiale, anche dei non utenti, qualora le loro informazioni siano stati diffuse da terzi che non si siano opposti all'uso dei dati personali dal parte di Meta. Chi non ha né Facebook né Instagram, può fare la propria richiesta qui.