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Playboy presenta la sua versione digitale per diventare il nuovo OnlyFans

L’azienda ha spiegato che non consentirà contenuti pornografici espliciti e che per pubblicare video e foto sarà necessario essere autorizzati da Playboy.
A cura di Elisabetta Rosso
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Come ha fatto a non pensarci prima. La rivista che ha rivoluzionato la sessualità di fine secolo è pronto a lanciare una sua forma digitale. Non proprio sua, è più un OnlyFans targato con l’iconica coniglietta. Ora Playboy in un mondo che ha conquistato l'erotismo in ogni forma dovrà sgomitare per trovare il suo spazio. La società ha annunciato che inaugurerà una vetrina virtuale con un mix di contenuti gratuiti e a pagamento. Il primo numero uscirà alla fine di quest’anno, ma Playboy ha lasciato in anteprima qualche immagine della Amanda Cerny, in tuta d’acciaio che cavalca un razzo con le gambe ben oliate come l’estetica Playboy comanda.

Anche il modello di business assomiglia a quello di OnlyFans, le principali differenze le ha spiegate un portavoce di Playboy alla rivista Variety. “Molti dei nostri creatori non hanno nudità sulle loro pagine. Sebbene consentiamo la nudità, non consentiamo contenuti/pornografia espliciti. Non lo posizioniamo come una piattaforma ‘per adulti': è per tutti, compresi i creatori tradizionali che condividono il dietro le quinte delle loro vite." Non solo, Playboy non ammetterà modelli amatoriali sulla sua piattaforma, ma dovranno inviare una domanda per essere accettati dall’azienda e pubblicare contenuti.

C'è posto nel mondo di oggi per Playboy?

Un po’ di storia può aiutare a comprendere meglio perché proprio ora Playboy abbia deciso di inaugurare una sua piattaforma. Lo storico fondatore Hugh Hefner ha venduto Playboy Enterprises alla società Rizvi Travers nel 2011. A quel punto l’azienda si è trovata tra le mani diversi problemi. Prima di tutto sconfiggere l’etichetta di rivista che discrimina e strumentalizza le donne e poi trovare un equilibrio nel complesso mondo dell’erotismo del 21° secolo. Per esempio nel 2015 aveva deciso di non mettere più i nudi in copertina, un cambio di marcia giustificato così da Scott Flanders, amministratore delegato dell'epoca: “Ora sei a un clic di distanza da ogni atto sessuale immaginabile gratuitamente. E quindi è semplicemente superato in questo frangente”. Molti però hanno interpretato in modo diverso la scelta di Playboy intravedendo una volontà di apparire più puliti e politicamente corretti.

Poi Hefner è morto due anni dopo, e l’azienda ha deciso di chiudere la versione cartacea nel 2020, ormai lontana dagli anni d’oro, quando stampava 5,6 milioni di copie negli Usa (era il 1975). La scusa ufficiale è stata la pandemia e i problemi di distribuzione, quella vera sta nei numeri: 500.000 copie tirate nell’ultimo anno di vita. Ora rilancia un po’ sulla scia del successo degli altri. La sua nuova piattaforma che definisce una versione "elevata, sicura ed esclusiva" di Onlyfans, sarà un mix tra TikTok, Instagram, Twitter in versione erotica. Il problema è uno. Quello che Playboy sta raccontando esiste già, in forma diverse e con strutture piuttosto solide. Bisognerà aspettare ancora qualche mese per vedere se l’azienda tirerà fuori un asso dalla manica. Forse la carta più forte che può giocare è proprio essere Playboy. Quello di Madonna, Marilyn Monroe e Pamela Anderson.

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