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Perché WhatsApp sta mandando un messaggio a tutti: la nota sulla protezione dei dati

WhatsApp ha iniziato a inviare comunicazioni direttamente agli utenti. Nelle scorse settimane è stato mandato un avviso per impostare un Pin di sicurezza, ora invece viene ricordato come funziona la tecnologia end-to-end per proteggere le conversazioni.
A cura di Valerio Berra
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WhatsApp ha cominciato a mandare messaggi direttamente agli utenti. Arrivano in chat, da un account che si chiama WhatsApp. Per evitare le truffe vi ricordiamo che l’account ha il verificato e sotto c’è scritto Account ufficiale di WhatsApp. Un paio di settimane fa è arrivato un messaggio sul PIN di sicurezza. Ora un altro.

La comunicazione questa volta non sembra niente di nuovo. WhatsApp ha ricordato che le comunicazioni all’interno della piattaforma sono regolate da una crittografia di tipo end-to-end. Nel messaggio si legge: “Nessun altro, nemmeno WhatsApp, può visualizzare i tuoi messaggi personali”. Certo, a meno che siate sati spiati con un malware come Paragon.

Cosa dice la policy di Meta

Il messaggio di WhatsApp rimanda a una pagina interna con le policy sulla crittografia end-to-end. Leggendola non sembra nulla di nuovo rispetto a quello che conosciamo già sulla crittografia. Puntualizza certi aspetti della gestione della privacy ma sostanzialmente non cambia nulla rispetto a prima. Riportiamo la parte che spiega il funzionamento della tecnologia:

“La crittografia end-to-end protegge le chiamate e i messaggi personali tra te e la persona con cui stai comunicando. Nessuno al di fuori della chat, nemmeno WhatsApp, può leggerne, ascoltarne o condividerne il contenuto. Con la crittografia end-to-end, i tuoi messaggi sono protetti con un lucchetto, e solo tu e il destinatario avete la chiave speciale necessaria per sbloccarli e leggerli”.

Il problema dei dati di Meta con l'intelligenza artificiale

Non è chiara l’origine del messaggio. L’unico collegamento che vediamo riguarda la nuova policy sull’uso dei dati degli utenti per l’intelligenza artificiale. Il 27 maggio è scaduto il tempo in cui era possibile fare opposizione a Meta sull’uso dei propri dati personali per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Se non avete firmato il modulo c’è ancora una cosa che potete fare: inviare comunque il modulo e far valere la vostra opposizione da qui in avanti.

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