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Perché ora X è a rischio in tutta l’Unione Europea

Secondo una prima indagine della Commissione Europea il social network X non rispetterebbe le condizioni fissate dal Digital Service Act (DSA). I problemi riguardano soprattutto la moderazione dei contenuti, affidata solo allo strumento delle Community Notes.
A cura di Valerio Berra
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“Oggi apriamo una procedura formale di infrazione contro X”. Il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton ha annunciato su X che la Commissione Europea ha appena aperto una procedura contro X. L’elenco delle accuse e discretamente lungo e tutte riguardano delle sospette violazioni al Digital Service Act, il documento che dall’ottobre del 2022 definisce una nuova serie di standard che devono essere seguiti dalle piattaforme digitali.

L’elenco delle violazioni di cui è sospettata X è discretamente lungo: “Sospetta violazione degli obblighi di contrasto a contenuti illegali e disinformazione, sospetta violazione degli obblighi di trasparenza, sospetto design ingannevole dell'interfaccia utente”. Interessante l’intestazione: Twitter International Unlimited Company. L’azienda ha cambiato logo ma non il nome ufficiale della compagnia. Twitter o X, ora l'azienda dovrà aprire un dialogo con la Commissione Europea per rispondere ai dubbi. I rischi ci sono, come spiega la stessa Commissione: "L'avvio di un procedimento formale conferisce alla Commissione il potere di adottare ulteriori misure di esecuzione, come misure provvisorie e decisioni di non conformità".

Perché è scattata la procedura formale

Breton ha pubblicato su X solo la prima pagina del documento che notifica la procedura formale. Nel comunicato stampa diffuso della Commissione Europea si può leggere qualche nota in più, soprattutto sugli aspetti che riguardano la disinformazione. Qui viene richiamato una notifica che aveva già coinvolto X: la diffusione di contenuti illegali e fake news seguita agli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2022 e all’invasione della Striscia di Gaza da parte delle forze armate di Israele.

Ma non solo. La Commissione Europea ha messo in dubbio anche l’efficacia delle misure messe in campo da X per controllare e verificare i contenuti in rete. Al momento lo strumento principale per il controllo dei contenuti sono le Community Notes, delle note scritte da una serie di contributor che compaiono sotto ai post. I contributor sono utenti che hanno affrontato un processo di selezione. I criteri per accedere a questo programma sono abbastanza larghi: zero violazioni delle regole di X da gennaio 2023, iscrizione X da almeno sei mesi e numero di telefono convalidato e nessun associazione. Un sistema su cui ora la Commissione Europea vuole indagare meglio.

Proprio dai dati che X ha dovuto comunicare grazie al Digital Service Act, nelle ultime settimane abbiamo appreso che il numero dei moderatori che si occupa di controllare i contenuti di X nell’Unione Europea è abbastanza ridotto. In Italia X ha il numero di moderatori più basso tra tutte le piattaforme: solo 2, contro i 13 di LinkedIn e i 430 di Meta. Certo. I numeri degli utenti sono diversi, ma non con la stessa proporzione: gli utenti X attivi in Italia sono 5 milioni, quelli di Meta 36 milioni.

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