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La nuova campagna di Dungeons & Dragons ha elementi razzisti, Wizards of The Coast li elimina

Il riferimento è agli Hazodee, esseri paragonabili alle scimmie rapiti, schiavizzati e resi cavie da laboratorio da un mago che ha per obiettivo il commercio di soldati magicamente potenziati.
A cura di Lorena Rao
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Dungeons & Dragons (D&D) ha recentemente rilasciato un nuovo cofanetto chiamato Spelljammmer: Adventures in Space. Si tratta dell'ambientazione originale del 1989 incentrata sullo spazio, in questo caso rinnovata. Ebbene, la guida di Spelljammer ha introdotto sei nuove razze giocabili. Il problema è che una di queste nasconde profonde ispirazioni razziste. Il riferimento è agli Hazodee, esseri paragonabili alle scimmie rapiti, schiavizzati e resi cavie da laboratorio da un mago che ha per obiettivo il commercio di soldati magicamente potenziati.

Un tipo di rappresentazione che non solo rimanda allo schiavismo e al razzismo degli Stati Uniti, ma ad episodi macabri di sperimentazione umana realmente accaduti, come quello di Tuskegee, in Alabama, risalente al 1932. Anche nella nuova edizione da poco rilasciata, gli Hazodee vengono rappresentati secondo la visione originaria razzista, il che ha spinto giocatori e giocatrici di D&D a parlarne sui vari social, tra cui Twitter.

Da qui la contromossa di Wizards of the Coast, che nel tentativo di calmare gli animi ha cancellato la storia degli Hazodee da tutte le versioni digitali di Spelljammer. Non è tutto: la società ha pure rilasciato un messaggio di scuse pubbliche, garantendo che è in corso una una revisione interna approfondita. "Abbiamo deluso te, i nostri giocatori e i nostri fan, e siamo davvero dispiaciuti", ha scritto il team di D&D. “Nei 50 anni di storia di Dungeons & Dragons, alcuni dei personaggi del gioco sono stati mostruosi e malvagi, usando descrizioni che ricordano dolorosamente come i gruppi del mondo reale sono stati e continuano ad essere denigrati. Comprendiamo l'urgenza di cambiare il modo in cui lavoriamo per garantire un gioco più inclusivo".

Non è la prima volta che D&D viene associato al razzismo: basti pensare agli orchi o a La maledizione di Strahd. Per questo, già nel 2020, la società aveva pubblicato una dichiarazione in cui si impegnava a realizzare prodotti che riflettessero meglio la diversità di chi gioca a D&D. "Stiamo incorporando lettori sensibili nel nostro processo creativo e continueremo a contattare esperti in vari campi per aiutarci a identificare i nostri punti deboli", affermava due anni fa Wizards of the Coast. "Stiamo cercando proattivamente talenti diversi da inserire nel nostro staff e nel nostro pool di scrittori e artisti freelance. Abbiamo coinvolto collaboratori che riflettono la meravigliosa diversità della comunità di D&D per lavorare sui libri in uscita nel 2021. Investiremo ancora di più in questo approccio e aggiungeremo un'ampia gamma di nuove voci per unirsi al coro della narrazione di D&D".

In effetti, in seguito, sono state create iniziative per dimostrare la strada inclusiva intrapresa da D&D. Un esempio potrebbe essere l'antologia Radiant Citadel, le cui avventure sono state scritte da autori appartenenti a minoranze etniche. Eppure quanto successo di recente con gli Hazodee dimostra il contrario. Al di là infatti della rimozione silenziosa dai manuali digitali, la società statunitense non ha ancora chiarificato cosa farà con le versioni cartacee già andate in stampa.

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