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La navigazione in incognito di Google potrebbe non essere così in incognito

Google ha stretto un accordo con un gruppo di consumatori per evitare una causa da 5 miliardi di dollari sulla modalità incognito. Le accuse erano che nonostante la modalità fosse attiva i dati degli utenti venivano comunque registrati dal motore di ricerca.
A cura di Valerio Berra
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Le condizioni della navigazione in incognito di Google sono abbastanza chiare. Quando clicchiamo sull’icona con occhiali e cappello filtriamo tutte le informazioni che di solito lasciamo sul motore di ricerca. Google spiega che non viene salvata la nostra cronologia, non vengono salvati i dati che arrivano dai siti che frequentiamo e non vengono salvati nemmeno le informazioni che scriviamo sui moduli in rete. Ora in un tribunale della California è successa una cosa che fa un po’ dubitare di tutte queste promesse.

La giudice Yvonne Gonzalez Rogers del tribunale di Oakland ha reso noto di aver sospeso un processo in cui era coinvolto Google. Il browser era stato accusato da un gruppo di utenti di non aver rispettato i vincoli della navigazione in incognito, registrando comunque una serie di dati. Il processo non era nemmeno iniziato, la prima udienza era stata fissata a febbraio.

L’accordo tra Google e i consumatori

Al momento non è ancora chiaro cosa sia successo. O meglio, gli avvocati di Google e quelli dei consumatori hanno trovato un accordo fuori dal tribunale ma nessuno per ora ha voluto commentare. La richiesta di risarcimento per i dati registrati senza permesso era alta: 5 miliardi di dollari. Secondo gli avvocati dei consumatori il problema riguarda infatti milioni di utenti spiati mentre navigavano in modalità incognito dal 2016 a oggi. Gli avvocati quindi avevano stimato un danno di almeno 5.000 dollari per utente. Le parti in causa dovrebbero presentare un accordo formale entro il 24 febbraio prossimo.

Nei mesi scorsi la giudice Yvonne Gonzalez Rogers aveva già rifiutato di archiviare la causa, come richiesto da Google. La Big Tech quindi potrebbe aver ritenuto troppo rischioso continuare una causa con il rischio di perderla. Finché non verranno chiariti i termini dell’accordo non sarà possibile capire quali falle della modalità incognito permettevano a Google di continuare a leggere i nostri dati.

Chi può vedere la modalità in incognito

Giusto per essere chiari. Se volete navigare senza lasciare traccia dei vostri dati non è il caso di affidarsi alla modalità in incognito di Google. Come chiarito dalla stessa Big Tech, la modalità in incognito serve solo per non registrare alcuni dati dalla piattaforma ma i percorsi che costruite attraverso il web rimangono ben visibili.

Lo specifica anche Google: nella navigazione in incognito i nostri dati possono essere registrati:

  • Da siti web visitati
  • Dal datore di lavoro o dalla scuola
  • Dal provider di servizi internet
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