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Il Texas sta cancellando l’aborto da Internet, una legge vuole bloccare tutti i siti che ne parlano

Lo Stato del Texas da sempre combatte l’interruzione di gravidanza, ora vuole anche criminalizzare i siti e le organizzazioni che aiutano le donne e parlano di aborto sul web.
A cura di Elisabetta Rosso
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Cancellare l’aborto anche su Internet. Il nuovo disegno di legge Women and Child Safety Act proposto in Texas è intransigente, e vuole bloccare ogni sito che fornisce informazioni su pillole abortive o indicazioni per interrompere la gravidanza. Non solo, se venisse approvato i fornitori di servizi Internet dovranno bloccare i siti web "gestiti da o per conto di un fornitore di aborti o di un fondo per l'aborto" e filtrare anche tutte le campagne e raccolte fondi per l’interruzione di gravidanza.

La proposta è un effetto collaterale della sentenza del 24 giugno 2022, quando la Corte Suprema ha ribaltato Roe v. Wade, che nel 1973 aveva riconosciuto il diritto costituzionale della donna di porre termine alla gravidanza. Parte da lì un mosaico a macchia di leopardo sulle varie restrizioni o autorizzazioni per l’aborto nel Paese. In realtà la guerra all’aborto ha radici più solide in Texas, lo Stato, insieme al Missouri, aveva già posto limiti severe all’interruzione di gravidanza nel 2021. Tanto che una donna era stata indagata per omicidio dopo aver abortito oltre le sei settimane. Nel Paese, è praticamente illegale in qualsiasi momento, stupro o incesto non fanno eccezione. È anche considerato un reato eseguire la procedura medica nello Stato, chi lo fa rischia l’ergastolo .

La proposta di legge per bloccare l'aborto su Internet

Il legislatore del Texas Steve Toth ha chiesto ai fornitori di servizi Internet di "fare ogni sforzo ragionevole e tecnologicamente fattibile per bloccare l'accesso a Internet a informazioni o materiale destinato ad assistere o facilitare gli sforzi per ottenere un aborto elettivo o un aborto indotto da un farmaco”. La proposta, in poche parole, ora vuole criminalizzare sia chi aiuta qualcuno a pagare per un aborto al di fuori dello Stato, per esempio associazioni o organizzazioni, sia costringere i fornitori di servizi Internet a bloccare i siti che spiegano o danno informazioni sull’interruzione di gravidanza.

Il disegno di legge parte da un punto saldo della politica texana e si inserisce in un panorama coercitivo più ampio. I legislatori del Paese stanno infatti lavorando per creare un “Internet texano speciale e chiuso”. Tutto questo è possibile perché cinque anni fa, nel 2018, è stata abrogata la legge sulla neutralità della rete, che garantiva il diritto dei consumatori a un libero accesso al web, se fosse ancora in vigore la proposta del Texas violerebbe la legge federale.

"Abbiamo davvero bisogno che i legislatori si sveglino e capiscano che le questioni di politica tecnologica non sono preoccupazioni traballanti", ha spiegato Evan Greer, direttore dell'organizzazione no-profit Lotta per il futuro a Gizmondo. "Questi sono problemi che hanno un impatto sui diritti riproduttivi delle persone tanto quanto la legislazione che si muove a favore o contro l'accesso all'aborto in generale".

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