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Intelligenza artificiale (IA)

E così Google ora vuole diventare più grande di internet

Google ha organizzato una conferenza dedicata agli sviluppatori in cui ha spiegato come cambieranno i suoi servizi nei prossimi anni. Le novità sono parecchie e tutte vanno verso la stessa direzione: un potenziamento basato dall’intelligenza artificiale.
A cura di Valerio Berra
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Intelligenza artificiale. In oltre 120 minuti di conferenza Google I/O queste due parole sono state ripetute come una formula magica. Ogni nuovo prodotto, ogni nuovo servizio è stato presentato come una nuova applicazione della tecnologia che sta ribaltando il settore del digitale. L’intelligenza artificiale cambia Google Maps, con la funzione Immersive View for Routes migliaia di immagini prese da Google Street View verranno messe insieme per creare un gemello virtuale del mondo. Con il lancio di Bard in 180 Paesi (non l’Italia) Google entra nel mercato dei chatbot aperto da ChatGPT. Con Magic Editor le elaborazione più complesse di una fotografia si potranno fare tracciando qualche segno sullo schermo.

E ancora. Duet AI for Workspace applica l’intelligenza artificiale agli strumenti di lavoro di Google e aiuta gli utenti a creare documenti, fogli di calcolo e slide. Con il modello linguistico Palm-2 poi Google punta anche al settore medico, Med-PaLM 2 non solo punta a rispondere con precisione a domande complesse sulla salute degli utenti ma anche a fornire una prima diagnosi sulle radiografie che gli vengono date in pasto. L'unica variazione sul tema è arrivata quando si è cominciato a parlare del Pixel Fold, lo smartphone pieghevole prodotto da Google. Più che un confronto sulle prossime mosse di Mountain View, questa conferenza è sembrato l’inizio di una guerra di conquista di internet.

Cosa era Google, e cosa è diventato

Da tempo è discretamente chiaro che Google abbia deciso di non essere più solo un sistema di indicizzazione. È diventato una media company, che permette agli utenti di pubblicare contenuti e distribuirli. Ma durante questa conferenza ha fatto un passo ancora oltre. Sul palco del Google I/O sono stati presentati i primi risultati della sperimentazione fatta con Search Generative Experience (SGE), un sistema in cui come risultati delle ricerche non compare più un elenco di siti ma direttamente un contenuto.

Immaginate di cercare su Google le ultime informazioni su un caso di cronaca. Ora trovereste un lungo elenco di giornali o blog organizzati secondo criteri scelti dal motore di ricerca. E così se doveste cercare ogni quanto bisogna cambiare le lenzuola del letto o come organizzare un viaggio in Turchia. Con il Search Generative Experience (SGE) invece comparirà direttamente un contenuto, un testo creato mettendo insieme tutte le informazioni ritenute più importanti dagli algoritmi su cui si basa il motore di ricerca.

All’inizio questo cambiamento non sarà rivoluzionario. Verrà visualizzato solo da chi sceglie espressamente di partecipare al programma. Ma non è difficile pensare che prima o dopo la società guidata da Sundar Pichai decida di introdurre questo tipo di ricerche per tutti i suoi utenti. Google si è sempre presentato come un bibliotecario di internet. Un groviglio di algoritmi in grado di trovare i documenti migliori per ogni richiesta. Ora sembra che il bibliotecario abbia imparato a memoria tutti i contenuti e sia pronto a fornire le sue risposte agli utenti. Solo una domanda. Che fine farà la biblioteca?

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