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I siti porno dovranno verificare l’età degli utenti: ecco dove

Con la nuova normativa, i siti porno potranno richiedere all’utente di dimostrare di possedere una carta di credito o di confermare i propri dati anagrafici tramite un servizio di terze parti. In caso contrario i siti rischieranno una multa pari al 10% del loro fatturato globale (e non solo).
A cura di Lorena Rao
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Nel Regno Unito sta prendendo piede una normativa che obbligherà i siti porno a verificare l'età degli utenti. L'iniziativa fa parte di un progetto di legge sulla sicurezza online per fornire ai minorenni una migliore protezione dalla visione di materiale esplicito. Misure simili erano state proposte in precedenza ma abbandonate nel 2019.

Con la nuova normativa, i siti porno potranno richiedere all'utente di dimostrare di possedere una carta di credito o di confermare i propri dati anagrafici tramite un servizio di terze parti. In caso contrario i siti rischieranno una multa pari al 10% del loro fatturato globale. Inoltre, il regolatore Ofcom potrebbe impedirne l'accesso nel Regno Unito e richiedere pene legali agli amministratori dei siti web per adulti.

Il disegno di legge sarà presentato in Parlamento nei prossimi mesi, in seguito alle richieste sempre più insistenti di gruppi e collettivi di sicurezza dei bambini, che da tempo chiedono la verifica dell'età sui siti porno, per adesso di facile accesso. Secondo quanto riportato da BBC, la metà degli 11-13enni del Regno Unito ha già consumato materiale pornografico online. Gli esperti affermano che visioni malsane del sesso e del consenso rendono concreti alcuni rischi per i bambini, tra cui la possibilità di entrare in contatto con predatori sessuali e la difficoltà a denunciare gli abusi ricevuti.

"I genitori meritano la tranquillità che i loro figli siano protetti online dal vedere cose che nessun bambino dovrebbe vedere", ha affermato Chris Philp, Ministro dell'Economia Digitale. Anche Andy Burrows, della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC), ha accolto con favore la normativa, anche se la strada da fare è ancora tanta.

Resta infatti attivo il problema della privacy. Secondo gli attivisti, i database dei siti per adulti con i dati degli utenti diventerebbero un enorme obiettivo per hacker e ricattatori. Per tale ragione, Jim Killock, di Open Rights Group, ha reagito con molto scetticismo all'iniziativa, in quanto ritiene che le nuove regole andrebbero a vantaggio delle società di verifica dell'età, offrendo "pochi vantaggi pratici per la sicurezza dei bambini e molto danno alla privacy delle persone". Di diverso avviso è Iain Corby, direttore esecutivo dell'Age Verification Providers Association, il quale ha affermato che le aziende da lui rappresentate hanno sviluppato un'ampia gamma di metodi per dimostrare l'età degli utenti online senza la necessità di rivelare la propria identità ai siti web che visitano. "Utilizzando organizzazioni di terze parti indipendenti, controllate e certificate per conformarsi ai più elevati standard di protezione e sicurezza dei dati, gli adulti possono essere certi che la propria privacy sarà preservata mentre i loro figli saranno protetti" ha dichiarato Corby.

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