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Come ha fatto l’aereo dell’Alaska Airlines a perdere un portellone in volo

Il portellone dell’aereo Boeing 737-9 Max è stato ritrovato nel giardino di un insegnate di Portland. Ora la Federal Aviation Administration dovrà concentrarsi su questo dettaglio per capire la dinamica dell’incidente che poteva costare la vita ai 171 passeggeri a bordo e ai 6 membri dell’equipaggio.
A cura di Valerio Berra
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Secondo i dati di FlightRadar, il volo Boeing 737-9 Max della Alaska Airlines segue una traiettoria ellittica. L’aereo si alza in volo e comincia a curvare per muoversi verso la rotta. Dopo pochi chilometri però inverte direzione con una svolta a U per tornare esattamente al punto di partenza con un atterraggio di emergenza. Un'ellisse che in altre condizioni poteva diventare anche la rotta di una tragedia. La dinamica dell'incidente che ha portato un pezzo della fusoliera di questo Boeing 737-9 Max a staccarsi deve essere ancora chiarita ma tutti i dettagli emersi fino a questo momento chiariscono che l'assenza di morti è solo il frutto di una serie di coincidenze molto fortunate. Ora l'Alaska Airlines ha deciso che questi modelli di Boeing resteranno fermi a terra.

Tutte le tappe del volo Alaska Airlines

Il Boeing 737-9 Max di Alaska Airlines è partito alle 17:00 del 5 gennaio è partito dall’aeroporto di Portland in Oregon per andare all’aeroporto di Ontario, in California. Un volo interno agli Stati Uniti, di routine. A bordo ci sono 171 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio. Stando alle testimonianze dei passeggeri, appena dopo il decollo si è avvertita una forte esplosione. Le maschere dell’ossigeno sono scese dalle cappelliere verso i passeggeri.

Come si è staccato il portellone: la dinamica dell'incidente

Si apre uno squarcio all’altezza della fila 26. L’aereo si trova a 4.800 metri di altezza. Non ha ancora raggiunto la quota di crociera che avrebbe dovuto tenere per tutto il volo. Per capirci, Portland si trova a 152 metri sopra del livello del mare. È come se qualcuno vi prendesse e vi portasse da Milano alla cima del Monte Bianco in una manciata di minuti. I primi segnali di ipossia, mancanza di ossigeno, si avvertono solitamente sopra i 3.600 metri di quota.

Lo sbalzo è violento. I passeggeri vengono colpiti da venti freddi. La porta della cabina di pilotaggio sbatte e per qualche secondo a uno dei piloti cadono le cuffie. L’aereo comincia subito a perdere pressione e scende di quota per arrivare a circa 3.000 metri di altitudine. Sul sedile accanto allo squarcio non era seduto nessuno.

Dall’aereo cadono oggetti. Secondo le testimonianze raccolte dal Wall Street Journal cadono arredi interni. Niente di fondamentale per la tenuta. Una ragazza di 12 anni seduta vicino al punto dello squarcio vede il suo smartphone cadere dall’aereo. Alle 15:27 il Boeing atterra a Portland. Nessun morto, nessun ferito grave. Diversi passeggeri hanno avuto bisogno di cure mediche. Negli scorsi giorni sullo stesso aereo si erano attivati alcune spie di allarme. Non è chiaro se questi segnali siano correlati con l'incidente.

Le ipotesi sul portellone dl 737 Max 9 che si è staccato in volo

L’attenzione della Federal Aviation Administration (FAA) al momento è concentrata sul portellone che si è staccato in volo. Ufficialmente quel portellone non era operativo. Si tratta di un’opzione messa a disposizione dalla Boeing, l’azienda che ha costruito l’aereo. Ogni compagnia però decide in autonomia come definire la configurazione dei propri aerei. Quella usata dall’Alaska Airlines non prevedeva l’uso di questo portellone.

Il risultato di questa configurazione è che i passeggeri nemmeno sapevo dell’esistenza del portellone di emergenza. Da fuori infatti si vede solamente la sagoma esterna del portellone mentre nella parte interna viene coperto da una serie di pannelli. Dopo diverse ore di ricerche, il portellone è stato recuperato nel giardino di un insegnante a Portland. È questa la chiave per capire le cause di un incidente che solo per una lunga catena di coincidenze non ha causato feriti.

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