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Anche New York vieta TikTok sui dispositivi comunali: “È una minaccia per la città”

Sono mesi che gli Stati Uniti preparano il terreno accusando l’app di ByteDance di spiare e raccogliere i dati degli utenti per conto del governo cinese.
A cura di Elisabetta Rosso
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È un braccio di ferro logorante quello tra TikTok e gli Stati Uniti. L'app sarà vietata anche sui cellulari e sui computer dei dipendenti dell’amministrazione della città di New York. La grande paura è sempre la stessa, per gli Usa è un cavallo di Troia inviato dalla Cina per spiare e influenzare gli utenti. Per questo TikTok è già stata vietata in 35 stati americani. Ora il portavoce del municipio ha spiegato che entro 30 giorni l'app dovrà essere eliminata da tutti i dispositivi amministrativi della città, la stessa che aveva già vietato TikTok nel 2020. 

La decisione arriva dopo una revisione del Cyber ​​Command di New York, hanno scoperto che TikTok potrebbe "rappresentare una minaccia alla sicurezza per le reti tecniche della città", ha spiegato il portavoce alla testata tech The Verge, "sebbene i social media siano ottimi per mettere in contatto i newyorkesi tra loro, dobbiamo assicurarci di utilizzare sempre queste piattaforme in modo sicuro", ha poi aggiunto," il NYC Cyber ​​Command esplora e promuove regolarmente misure proattive per proteggere i dati dei newyorkesi".

Sono mesi che gli Stati Uniti preparano il terreno accusando l’app di ByteDance di spiare e raccogliere i dati degli utenti per conto del governo cinese. Shou Zi Chew, Ceo di TikTok, ha dovuto presentarsi a Washington, davanti ai membri del Congresso per rispondere a una serie di domande sulla sicurezza di TikTok. E già il 14 dicembre, il Senato aveva approvato un disegno di legge, il No TikTok on Government Devices Act per impedire ai dipendenti federali di utilizzare il social sui dispositivi del governo.

Le accuse sono due, il social raccoglie i dati degli utenti e fa propaganda mirata. Dietro però c’è il vero peccato originale di TikTok: è nato in Cina. Un dettaglio che rischia di rendere la guerra un po' miope. Sì, il social raccoglie informazioni dei suoi utenti. E sì, è nato in Cina e nel Paese si sono registrati diversi casi di contenuti censurati per scopi politici. In realtà però TikTok non raccoglie più informazioni degli altri social. 

La grande paura degli Stati Uniti

I ban a macchia di leopardo sono iniziati a dicembre 2022, ma già prima in realtà l'amministrazione Trump aveva cercato di bloccare l'app senza successo, insomma è una guerra che va avanti da tempo. “Non si tratta di video creativi: si tratta di un’app che raccoglie dati su decine di milioni di bambini e adulti americani ogni giorno”, aveva detto il senatore repubblicano Marco Rubio, che aveva proposto una legislazione bipartisan per vietare il social più usato al mondo.

Anche il direttore dell'FBI, Chris Wray, aveva spiegato durante un’udienza, che le operazioni statunitensi di TikTok stavano sollevando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Wray aveva anche segnalato il rischio che il governo cinese lo stesse sfruttando per influenzare gli utenti o controllare i loro dispositivi.

Precedenti pericolosi

Le paure non nascono mai dal nulla, e infatti TikTok non ha proprio tutte le carte in regola. Nel 2019, Feroza Aziz era stata bloccata dopo aver pubblicato un video per protestare contro il trattamento riservato alla minoranza degli uiguri in Cina. Negli anni successivi sono anche trapelati alcuni documenti che hanno mostrato come funziona la censura preventiva del social su determinati argomenti.  Nel 2022 invece è trapelato un audio con 80 riunioni interne di TikTok dove si sente un "Tutto si vede in Cina", detto da un membro del dipartimento Trust and Safety di TikTok.

L'ultimo caso risale al 23 dicembre, un'indagine interna ha scoperto che diversi dipendenti di ByteDance avevano avuto accesso ai dati di alcuni giornalisti statunitensi. ​​Forbes ha spiegato che tre dei suoi dipendenti sono stati rintracciati: Emily Baker-White, Katharine Schwab e Richard Nieva, tutti lavorvano per BuzzFeed fino all'inizio dell’estate. Il Financial Times invece ha dichiarato che le informazioni sull'app della sua giornalista, Cristina Criddle, sono state violate.

Dove non si può usare l'app di Byte Dance

L’app è già stata bloccata per tutti i deputati del parlamento degli Stati Uniti, ed è stato vietato l’accesso dalle reti WiFi di alcuni campus universitarie. Anche la Casa Bianca ha dato disposizione a tutte le agenzie federali di eliminare l’app da tutti i dispositivi governativi. Scelta strategica, come ha spiegato da Chris DeRusha, responsabile federale della sicurezza delle informazioni: “Questa scelta fa parte dell'impegno costante dell'Amministrazione per proteggere la nostra infrastruttura digitale e proteggere la sicurezza e la privacy del popolo americano”.

Come gli Stati Uniti, anche il Canada. Il governo federale ha infatti scelto di eliminare l’app da tutti i dispositivi statali. Anche in questo caso la paura è quella che esista un canale diretto che dall’app trasporti i dati direttamente verso Pechino. Come ha spiegato il giornale canadese National Post, la presidente del Treasury Board Secretariat Mona Fortier ha sottolineato che il livello di rischio è troppo alto: “A partire dal 28 febbraio 2023, l'applicazione TikTok verrà rimossa dai dispositivi mobili emessi dal governo. Agli utenti di questi dispositivi verrà impedito di scaricare l'applicazione in futuro. TikTok presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy e la sicurezza”. Anche l’Unione e la Commissione europea, la Nuova Zelanda, il Belgio, hanno già vietato l’app sui dispositivi governativi.

La posizione di TikTok

TikTok replica: "Non abbiamo condiviso e non condivideremo i dati degli utenti statunitensi con il governo cinese e abbiamo adottato misure sostanziali per proteggere la privacy e la sicurezza degli utenti di TikTok". L'azienda aveva già promesso a dicembre di "affrontare in modo significativo eventuali problemi di sicurezza che sono stati sollevati sia a livello federale sia statale" dopo l'approvazione del disegno di legge da parte del Congresso. Brooke Oberwetter, portavoce di TikTok, aveva dichiarato al Wall Street Journal che il ban non era una soluzione, ma un attacco politico. Aveva infatti aggiunto: "Siamo delusi dal fatto che così tanti stati stiano saltando sul carro politico per attuare politiche basate su falsità infondate su TikTok che non faranno nulla per promuovere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti".

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