7.411 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Vaccino anticancro sperimentale supera le difese dei tumori e blocca la crescita delle metastasi

Un vaccino anticancro sperimentale testato in laboratorio supera le difese di tumori resistenti e frena le metastasi. Speranze per una nuova cura.
A cura di Andrea Centini
7.411 CONDIVISIONI
Immagine

Un nuovo vaccino anticancro sperimentale aggira le difese dei tumori resistenti e capaci di sfuggire all'immunoterapia, inoltre è in grado di inibire la crescita delle metastasi dopo la rimozione chirurgica di tumori primari “altamente metastatici”. Si tratta di risultati straordinari nella ricerca oncologica, che potrebbero portare a una vera e propria svolta nel trattamento di almeno una parte dei tumori. Il cancro, del resto, non è una singola malattia, ma una grande famiglia di patologie con caratteristiche differenti che richiedono approcci e trattamenti diversi. L'immunoterapia è sicuramente trai più moderni e promettenti, affiancandosi a chemioterapia, radioterapia e chirurgia, tuttavia non sempre scatenare il sistema immunitario contro la massa tumorale funziona come dovrebbe. Diversi tumori, infatti, sono in grado di attivare sistemi di difesa e proteggersi dall'attacco; il nuovo vaccino, in parole semplici, blocca questi meccanismi e favorisce l'azione delle cellule immunitarie, con significativi benefici anche contro le metastasi. È importante sottolineare che il vaccino sperimentale è stato testato solo su modelli animali, ciò nonostante i primi trial clinici (test sull'uomo) sono all'orizzonte e potranno dimostrare il valore di questa significativa scoperta.

A mettere a punto il nuovo vaccino anticancro capace di superare le difese dei tumori resistenti e bloccare la crescita delle metastasi (in combinazione con la chirurgia) è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati americani della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard e del Dipartimento di Immunologia e Virologia del Cancro del Dana-Farber Cancer Institute, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Ingegneria e Scienze Applicate John A. Paulson, dello Yerkes National Primate Research Center dell'Università Emory, dell'Istituto di Medicina Avanzata – Wakayama Medical University (Giappone) e di altri centri di ricerca. I ricercatori, coordinati dal professor Kai W. Wucherpfennig, docente presso il Dipartimento di Immunologia dell'ateneo di Boston, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato il nuovo vaccino su roditori e primati colpiti da varie forme tumorali.

Come specificato nell'abstract dello studio, la maggior parte dei vaccini anticancro punta a colpire antigeni peptidici attivando l'attacco di specifiche cellule immunitarie (linfociti T), tuttavia i tumori “spesso sfuggono all'immunità mediata dai linfociti T attraverso meccanismi che interferiscono con la presentazione del peptide”. In pratica, sviluppano mutazioni di fuga immunitaria che permette loro di "nascondersi" all'immunoterapia. Ma il nuovo vaccino, come indicato, aggira questo meccanismo, inducendo “un attacco coordinato da diverse popolazioni di cellule T e natural killer (NK)”. Il vaccino prende di mira le proteine dello stress chiamate MICA e MICB (MICA/B), che diversi tumori umani esprimono a causa del danno al DNA. Molti di essi si difendono dall'attacco dell'immunoterapia attraverso la scissione proteolitica di MICA/B, ma gli anticorpi indotti dal nuovo vaccino “aumentano la densità delle proteine MICA/B sulla superficie delle cellule tumorali” e inibiscono la scissione proteolitica, favorendo così l'attacco dei linfociti T e delle cellule natural killer. Si tratta di due dei "soldati di prima linea" del nostro sistema immunitario. Riassumendo, il vaccino sperimentale è come un grande mirino costantemente puntato sul tumore, che non gli permette di sfuggire all'assalto immunoterapico.

Grazie a questo principio d'azione, il vaccino risulta particolarmente efficace contro “i tumori carenti di MHC di classe I resistenti alle cellule T citotossiche attraverso l'azione coordinata delle cellule NK e delle cellule T CD4 +”, spiegano gli autori dello studio. Un aspetto ancor più promettente risiede nella capacità del vaccino di inibire la crescita delle metastasi dopo la resezione chirurgica di tumori primari altamente metastatici, un'efficacia dimostrata “in un contesto clinicamente importante”, affermano i ricercaori. Come indicato, i risultati dovranno essere confermati sull'uomo, ma i dati preclinici sono estremamente promettenti e incoraggianti. I dettagli della ricerca “A vaccine targeting resistant tumours by dual T cell plus NK cell attack” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

7.411 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views