2.867 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Una piccola modifica all’orbita di Nettuno può portare alla distruzione del Sistema solare

Una modificata dello 0,1 % nell’orbita di Nettuno sarebbe sufficiente a destabilizzare l’intero Sistema solare, portando a pianeti espulsi o distrutti.
A cura di Andrea Centini
2.867 CONDIVISIONI
Il Sistema solare. Credit: Pixabay
Il Sistema solare. Credit: Pixabay

Una piccola variazione nell'orbita di Nettuno (pari allo 0,1 percento) sarebbe sufficiente a innescare una serie di eventi a catena in grado di destabilizzare l'intero Sistema solare e portarlo al collasso, fino alla distruzione o all'espulsione dei pianeti. L'apocalittico scenario potrebbe essere scatenato da una stella vagabonda, capace di interferire con la gravità dell'ultimo pianeta del nostro sistema – dopo il declassamento a pianeta nano di Plutone – e privarlo dell'attuale equilibrio. Ai nostri occhi il Sistema solare può infatti apparire molto equilibrato, ma la storia evolutiva parla chiaramente di cambiamenti colossali e impatti catastrofici; anche la fine naturale del nostro Sistema, attesa tra 5 miliardi di anni quando “morirà” il Sole, sarà ricca di fuochi d'artificio.

A determinare che è sufficiente una variazione dello 0,1 percento nell'orbita di Nettuno per far collassare il Sistema solare è stato un team di ricerca canadese guidato da scienziati del Dipartimento di Scienze Fisiche e Ambientali dell'Università di Toronto a Scarborough, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Fisica e del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica. I ricercatori coordinati dal professor Garett Brown sono giunti alle loro conclusioni dopo aver aver condotto migliaia di simulazioni con un modello matematico del Sistema solare, in grado di prevedere le conseguenze di eventuali cambiamenti nelle orbite degli otto pianeti.

Gli scienziati sono a conoscenza di un potenziale rischio di instabilità nel Sistema solare legato a Mercurio, il più vicino al Sole. Come specificato da IFLScience, infatti, ogni 1000 anni il perielio del pianeta – il punto orbitale più vicino al Sole – si sposta di 1,5 gradi, un tasso simile a quello di Giove. Se i due corpi celesti dovessero entrare in risonanza, c'è un rischio dell'1 percento che Mercurio possa essere strappato dalla sua orbita attuale dal gigante gassoso, con conseguenze apocalittiche. Mercurio, infatti, potrebbe essere buttato fuori dal Sistema solare, oppure messo in traiettoria per finire contro il Sole, Venere e sì, anche la Terra. Le conseguenze di una simile collisione sarebbero di estinzione istantanea di tutta la vita sul globo terracqueo. Basti sapere che Mercurio ha un diametro di quasi 4.900 chilometri, mentre Chicxulub, l'asteroide che fece estinguere i dinosauri non aviani 66 milioni di anni fa, era lungo "appena" una decina di chilometri.

Il professor Brown e colleghi hanno provato a simulare cosa accadrebbe disturbando l'orbita del pianeta più esterno del Sistema solare, Nettuno appunto, giungendo alla conclusione che anche un simile evento potrebbe portare a conseguenze apocalittiche. Dai calcoli è emerso che una stella di passaggio in grado di alterare l'orbita del pianeta di appena 4,5 milioni di chilometri sul suo semiasse maggiore (pari allo 0,1 percento) può avere serie e rapide conseguenze – in tempi astronomici – anche sui distanti pianeti rocciosi. Nelle circa 3mila simulazioni effettuate con piccole variazioni, in quattro occasioni la perturbazione gravitazionale ha spinto Mercurio a colpire Venere. In altri modelli Mercurio finisce per colpire Venere decine di volte, mentre in un'occasione ha colpito Marte e in un'altra ancora la Terra. Altri scenari portano all'espulsione di Mercurio, Urano o Nettuno dal Sistema solare.

Fortunatamente, spiegano gli autori dello studio, è molto improbabile che una stella di passaggio possa avvicinarsi a tal punto da perturbare l'orbita dei giganti ghiacciati esterni e, per effetto a catena, destabilizzare il Sistema solare a tal punto da portare alla catastrofe. I dettagli della ricerca “On the long-term stability of the Solar System in the presence of weak perturbations from stellar flybys” sono stati caricati nel database ArXiv in attesa della pubblicazione sull'autorevole rivista scientifica specializzata Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

2.867 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views