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Un singolo ormone può predire i futuri problemi di salute negli uomini

Si tratta dell’INSL3, un ormone peptidico simile all’insulina, il cui livello nel sangue è correlato a una serie di malattie legate all’invecchiamento.
A cura di Valeria Aiello
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L’insorgenza di una serie di malattie legate all’invecchiamento, come la fragilità ossea, il diabete, le disfunzioni sessuali e le malattie cardiovascolari, può essere predetta da un singolo ormone, i cui livelli sono sostanzialmente gli stessi durante tutta la vita di un uomo. Si tratta di un ormone peptidico simile all’insulina, chiamato INSL3, che negli uomini viene prodotto dalle stesse cellule che nei testicoli producono il testosterone, ma che a differenza del testosterone – i cui livelli fluttuano nel corso della vita – ha una concentrazione che rimane pressoché stabile con l’avanzare dell’età, a partire dalla pubertà (il periodo in cui l’ormone viene sintetizzato per la prima volta), diminuendo solo leggermente durante la vecchiaia.

Questo rende questa molecola “il primo biomarcatore predittivo chiaro e affidabile” del rischio di sviluppare determinate malattie in età avanzata, spiegano scienziati dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, che per primi hanno osservato un’associazione tra i livelli nel sangue di INSL3 e malattie legate all’invecchiamento. In altre parole, i ricercatori hanno scoperto che gli uomini con bassi livelli di INSL3 in giovane età mantengono livelli più bassi anche in età avanzata, il che si traduce in una maggiore probabilità di sperimentare una serie di problemi di salute, come mostrato dai risultati dello studio condotto dagli studiosi

Capire il motivo per cui alcune persone hanno maggiori probabilità di sviluppare disabilità e malattie con l’avanzare dell’età è fondamentale, in modo da poter ricercare interventi atti a garantire non solo una vita più lunga ma anche una vita più sana man mano che invecchiano – ha affermato la professoressa Ravinder Anand-Ivell della Scuola di Bioscienze dell’Università di Nottingham, a capo dello studio – . La nostra scoperta su questo ormone è un passo importante nella comprensione di questo aspetto ed apre la strada alla possibilità di prevedere le malattie legate all’età e trovare modi per prevenire l’insorgenza di queste malattie con un intervento precoce”.

L'ormone INSL3 può predire futuri problemi di salute negli uomini

Nello studio, il terzo di tre recenti ricerche dallo stesso team su questo ormone, gli studiosi hanno analizzato i campioni di sangue di 3.000 uomini provenienti da 8 centri in Europa, incluso il Regno Unito, confrontando i diversi livelli ormonali con quelli presenti nei campioni prelevati dagli stessi individui a quattro anni di distanza. I risultati, pubblicati sulla rivista Frontiers in Endocrinology, hanno mostrato che, a differenza del testosterone, l’INSL3 mantiene livelli costanti nel tempo, e che la normale popolazione maschile, anche quando è giovane e relativamente sana, può mostrare ampie variazioni soggettive, con differenze anche di quasi 10 volte in termini di concentrazione.

Ora che conosciamo l’importante ruolo che questo ormone gioca nel predire il rischio di malattia e come lo stesso varia tra gli uomini, stiamo rivolgendo la nostra attenzione verso la scoperta di quei fattori hanno una maggiore influenza sui livelli di INSL3 nel sangue – ha precisato l’autore principale dello studio, il professor Richard Ivell dell’Università di Nottingham – . Il lavoro preliminare suggerisce che l’alimentazione nella prima infanzia può svolgere un ruolo, ma molti altri fattori come la genetica o l’esposizione ad alcuni interferenti endocrini ambientali possono comunque avere un impatto”.

Nell’analisi, suddivisa sulla base di nove gruppi di malattia, tra cui cancro, diabete e malattie cardiovascolari, i livelli di INSL3 sono risultati collegati a un aumento del rischio per otto di questi gruppi (solo la depressione non ha trovato alcuna correlazione). Tenendo però conto di altri fattori ormonali e dello stile di vita, come l’indice di massa corporea e l’abitudine al fumo, la maggior parte di queste associazioni con INSL3 sono andate perse, ad eccezione dell’ipertensione e delle malattie cardiovascolari. Testando poi se i livelli di INSL3 nei campioni di sangue potessero prefigurare esiti di salute nei quattro anni di studio, i livelli ormonali più bassi sono stati risultati associati a sette dei nove gruppi di malattia.

Se la correlazione tra i bassi livelli di NSL3 e questo aumento del rischio verrà confermato da ulteriori studi, gli scienziati potrebbero quindi essere in grado di individuare esattamente il motivo per cui esiste questo legame, il che significa che la predittività associata alla bassa concentrazione di quest’ormone nel sangue potrà essere utilizzata per cercare di individuare precocemente – e fermare – una varietà di problemi di salute legati all’età. “Il Santo Graal della ricerca sull'invecchiamento è ridurre il divario di forma fisica che appare quando le persone invecchiano” ha concluso Anand-Ivell.

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