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Un comune dolcificante può provocare danni al DNA, secondo un studio. Esperta: “Smettete di usarlo”

Un team di ricerca statunitense ha dimostrato che un metabolita del sucralosio ha proprietà genotossiche, cioè è in grado di danneggiare il DNA. Inoltre può innescare l’intestino permeabile. Per questi motivi l’autrice principale dello studio sconsiglia di utilizzare i prodotti che lo contengono e raccomanda una revisione sulla sicurezza e sullo stato normativo della sostanza.
A cura di Andrea Centini
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Il sucralosio, un comune dolcificante presente in cibi e bevande “light”, secondo un nuovo studio è in grado di danneggiare il DNA e provocare l'intestino permeabile. Per queste ragioni la scienziata che ha guidato la ricerca non solo sottolinea che si dovrebbe rivedere lo stato normativo della sostanza, ma che dovremmo proprio evitare i prodotti che la contengono. Questo nonostante si tratti di un dolcificante già approvato dalle principali agenzie di regolamentazione, come la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (ESFA). Il sucralosio è privo di calorie ma ha un potere dolcificante oltre 600 volte quello dello zucchero, per questo motivo spesso viene utilizzato in combinazione con altri composti per smorzarne gli effetti.

A puntare il dito contro il sucralosio è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dei Dipartimenti Congiunti di Ingegneria Biomedica dell'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill e dell'Università Statale della Carolina del Nord, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Genetica e Biologia e della società Sciome LLC di Durham. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Susan S. Schiffmann, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto specifici esperimenti. Innanzitutto gli autori dello studio hanno specificato che la sostanza problematica è tecnicamente il sucralosio-6-acetato, un composto liposolubile che si forma nell'intestino quando ingeriamo i prodotti che contengono il sucralosio. In altri termini, si tratta di un metabolita. I ricercatori hanno trovato tracce di questa sostanza anche nel sucralosio “normale”, prima che venga metabolizzato dall'organismo. Ciò rappresenta un ulteriore problema alla luce della scoperta appena fatta.

Testando il sucralosio su cellule del sangue umano in vitro, infatti, la professoressa Schiffmann e i colleghi hanno scoperto che ha un effetto genotossico, letteralmente che danneggia il DNA. “In breve, abbiamo scoperto che il sucralosio-6-acetato è genotossico e che ha effettivamente rotto il DNA nelle cellule che sono state esposte alla sostanza chimica”, ha dichiarato l'autrice principale dello studio in un comunicato stampa. Per determinarlo hanno utilizzato un test MultiFlow® e un test del micronucleo (MN) in grado di rilevare la genotossicità; hanno evidenziato che la sostanza è clastogenica, cioè determina rotture a livello dei filmanenti del DNA.

La genotossicità viene presa molto sul serio dalle agenzie di regolamentazione degli alimenti, dato che i danni al DNA sono potenzialmente responsabili di gravi condizioni di salute. Come spiegato dalla professoressa Schiffman, l'ESFA “ha una soglia di preoccupazione tossicologica per tutte le sostanze genotossiche di 0,15 microgrammi per persona al giorno”. Secondo lo studio le tracce libere di sucralosio-6-acetato trovate in alcuni campioni, fino allo 0,67 percento del sucralosio, sarebbero già sufficienti a superare tale soglia. “Il nostro lavoro suggerisce che le tracce di sucralosio-6-acetato in una singola bevanda giornaliera dolcificata con sucralosio superano tale soglia. E questo non tiene nemmeno conto della quantità di sucralosio-6-acetato prodotto come metaboliti dopo che le persone consumano sucralosio”, ha chiosato l'esperta.

Se ciò non bastasse, in ulteriori esperimenti condotti sempre in vitro con cellule intestinali umane hanno evidenziato un aumento dell'espressione genica di geni collegati a stress ossidativo, cancro e infiammazione. Inoltre hanno osservato che il dolcificante e il suo metabolita possono avere conseguenze significative sull'intestino, e in particolar modo sulle cellule epiteliali che ne rivestono la superficie, rendendole “permeabili” perché ne danneggia le connessioni. “Un intestino che perde è problematico, perché significa che le cose che normalmente verrebbero espulse dal corpo nelle feci stanno invece fuoriuscendo dall'intestino e vengono assorbite nel flusso sanguigno”, ha spiegato la professoressa Schiffmann.

Alla luce di questi risultati, che suggeriscono potenziali problemi alla salute legati al consumo del dolcificante, la ricercatrice sottolinea che è “tempo di rivedere la sicurezza e lo stato normativo del sucralosio, perché stanno aumentando le prove che comporta rischi significativi”. Non è infatti il primo studio a far emergere potenziali problemi. L'esperta incoraggia le persone a evitare i prodotti contenenti il sucralosio, perché “è qualcosa che non dovresti mangiare”.

Altri recenti studi hanno messo nel mirino i dolcificanti: una ricerca ha evidenziato che l'aspartame potrebbe rendere più ansiosi, mentre l'eritritolo è stato associato a un rischio superiore di infarto e ictus. L'OMS ha anche evidenziato che usare dolcificanti al posto dello zucchero non fa perdere peso. I dettagli della nuova ricerca sul sucralosio “Toxicological and pharmacokinetic properties of sucralose-6-acetate and its parent sucralose: in vitro screening assays” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Toxicology and Environmental Health, Part B.

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