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Un asteroide appena scoperto sfiorerà la Terra il 25 marzo, ma rischia di colpirci nel 2026

L’asteroide 2023 DZ2 di 60 metri il 25 marzo passerà sulla Terra a meno della metà della distanza che ci separa dalla Luna. Nel 2026 ha una piccola probabilità di colpire il nostro pianeta.
A cura di Andrea Centini
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Un asteroide scoperto a febbraio compirà un passaggio ravvicinato alla Terra il 27 marzo 2023, mentre per lo stesso mese del 2026 è prevista un piccola probabilità di impatto con la superficie del nostro pianeta. Protagonista di queste visite è il “sasso spaziale” 2023 DZ2, scoperto il 27 febbraio 2023 dall'isola di La Palma (Isole Canarie – Spagna) dall'Osservatorio del Roque de los Muchachos, mentre si trovava a una distanza di circa 15 milioni di chilometri. A intercettarlo grazie al telescopio Isaac Newton gli astronomi Ovidiu Vaduvescu, Freya Barwell e Kiran Jhass del Progetto EURONEAR.

L'asteroide 2023 DZ2 ha una dimensione stimata di circa 60 metri (compresa tra i 43 e i 97 metri), come il cosiddetto “Colosseo quadrato”, il palazzo della Civiltà Italiana o palazzo della Civiltà del Lavoro costruito nel quartiere di Roma EUR. Si tratta di dimensioni significative, poiché in caso di impatto contro la Terra provocherebbe danni molto significativi a livello locale. Basti pensare che un sasso spaziale di 100 metri, secondo le previsioni degli esperti, sarebbe sufficiente a radere al suolo l'intera città di New York, provocando milioni di morti in pochi istanti. 2023 DZ2 è tre volte più grande dell'asteroide che esplose nei cieli della Russia nel 2013, la cosiddetta “meteora di Čeljabinsk”, che provocò 1.500 feriti e danni in un'area molto estesa (per fortuna scarsamente popolata).

Come specificato, il 27 marzo 2023 il corpo celeste compirà un passaggio piuttosto ravvicinato alla Terra, passando a circa 170mila chilometri dalle nostre teste, meno della metà della distanza media che ci separa dalla Luna (384mila chilometri). L'asteroide, in base ai dati del Near Earth Coordination Centre dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), sfiorerà il pianeta esattamente alle 12:15 ora italiana, a una velocità di oltre 32mila chilometri orari. Il passaggio del 2023 sarà assolutamente sicuro, mentre c'è una (piccola) possibilità di impatto con la superficie terrestre prevista per il 27 marzo del 2026. Sebbene nei primi calcoli si riteneva avesse 1 probabilità su 621 di centrare il nostro pianeta – bassa ma assolutamente da non sottovalutare – gli ultimi dati sono molto più rassicuranti. Come riportato dal Center for Near Earth Object Studies (CNEOS) del Jet Propulsion Laboratory della NASA, infatti, grazie alle analisi più recenti delle traiettorie risulta esserci solo lo 0,0014% di probabilità che colpisca la Terra, circa 1 su 71mila. Insomma, possiamo stare tranquilli, anche se serviranno ulteriori indagini per determinare con maggiore accuratezza i parametri orbitali e la traiettoria del sasso spaziale.

Recentemente è balzato agli onori della cronaca anche l'asteroide 2023 DW, che fino a pochi giorni fa aveva una probabilità su 625 di colpire la Terra il 14 febbraio 2046, nel giorno di San Valentino. Secondo le ultime stime il rischio di impatto del corpo celeste, con un diametro stimato di circa 50 metri, è sceso considerevolmente: le probabilità sono infatti 1 su oltre 4.500. Non dovremmo correre alcun rischio nemmeno fra un paio di decenni. Ciò che è certo è che ci sono circa 30mila corpi celesti che orbitano nella zona della Terra (tra asteroidi e comete) e 1.500 sono inseriti nell'elenco degli oggetti potenzialmente pericolosi (PHO); in caso di impatto i danni a livello regionale o nazionale sarebbero catastrofici, dato che hanno un diametro minimo di 150 metri.

Per i prossimi decenni siamo al sicuro, perlomeno dagli oggetti che già conosciamo, ma gli scienziati sanno che è solo questione di tempo, prima che la Terra venga messa nel mirino da un grande corpo celeste. Proprio per questo si stanno conducendo le prime missioni di difesa planetaria come la DART, grazie alla quale è stato recentemente dimostrato che è possibile deviare un asteroide in rotta di collisione con il nostro pianeta. È fondamentale farsi trovare pronti, perché prima o poi l'umanità dovrà confrontarsi con una calamità naturale di questo tipo.

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