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Covid 19

Tasso di miocardite bassissimo nei bambini vaccinati con Pfizer: 12 casi su 8,7 milioni di dosi

La miocardite è un effetto collaterale raro nei bambini vaccinati con Pfizer: segnalati solo 12 casi su 8,6 milioni di dosi. Spessissimo è lieve e temporaneo.
A cura di Andrea Centini
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I bambini nella fascia di età 5 – 11 anni che ricevono il vaccino anti Covid di Pfizer – BioNTech hanno un rischio estremamente ridotto di miocardite, un rarissimo effetto collaterale associato ai vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2 basati sull'RNA messaggero (mRNA). Lo dimostrano i nuovi dati dei Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention) statunitensi, in base ai quali solo 12 bambini su oltre 8,7 milioni di dosi somministrate – a partire dal 19 dicembre 2021 – hanno sviluppato l'infiammazione del muscolo cardiaco. Si tratta di una condizione che interessa principalmente adolescenti maschi e che nella stragrande maggioranza dei casi è lieve, risolvendosi in pochissimi giorni.

In base a quanto indicato nel rapporto dei CDC, due casi si sono verificati dopo la prima dose e nove dopo la seconda (per un caso non vi è segnalazione). L'età media dei piccoli interessati è di 10 anni e il tempo medio di insorgenza dei sintomi è stato di 2 giorni (IQR 2-3 giorni) dopo la somministrazione del vaccino. La miocardite è un effetto collaterale che colpisce soprattutto i maschi e anche nei bambini viene confermata questa tendenza: hanno infatti sviluppato l'infiammazione 8 bambini (67 percento) e 4 bambine (33 percento), il doppio. Otto dei piccoli erano già guariti dai sintomi al momento della segnalazione per il rapporto (pubblicato il 5 gennaio), mentre in quattro sono “ancora in fase di recupero”, indicano i CDC. Nei bambini maschi il tasso di miocardite è pari a quattro casi per milione di dosi, pari a meno di un decimo di quello che si osserva negli adolescenti, come indicato su Twitter dal professor Eric Topol, docente di medicina molecolare, cardiologo e direttore / fondatore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla (Stati Uniti).

Nella fascia di età compresa tra i 12 e i 15 anni sono state invece segnalati 265 casi di miocardite su 18,7 milioni di dosi somministrate. In 41 casi i sintomi si sono presentati dopo la prima dose, mentre per 221 dopo la seconda (per tre casi non è noto). L'età media dei piccoli interessati è stata di 14 anni (IQR: 13-15 anni) e il tempo medio nell'insorgenza dei sintomi della miocardite dopo l'inoculazione è stato di 2 giorni. Anche in questo caso i maschi sono stati nettamente più colpiti delle femmine. I bambini sono stati 238 (90 percento), mentre le bambine 27 (10 percento). 251 piccoli sono stati ricoverati, ma di essi ben 241 sono stati dimessi a casa. La quasi totalità dei bambini si era totalmente ripresa al momento della stesura del rapporto; in 16 aveva sintomi migliorati o risolti, ma erano ancora sottoposti a investigazione medica o limitazioni fisiche.

Il tasso più elevato di miocardite è stato riscontrato nella fascia di età 16-17 anni, con 6,1 casi dopo la prima dose e 70,2 casi dopo la seconda nei maschi per ogni milione di somministrazioni. Per le femmine sono stati segnalati 7,6 casi per milione di dosi dopo la seconda dose. Questi dati e altri studi indicano chiaramente che la miocardite in giovani e giovanissimi è un effetto collaterale molto raro, nella maggior parte dei casi lieve e che si risolve rapidamente, con un'incidenza sensibilmente inferiore rispetto a quella calcolata per la COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Secondo un recente studio condotto da scienziati del COVID-19 Response Team dei CDC, dell'Università Emory e del Children’s Healthcare di Atlanta, i pazienti Covid hanno un rischio medio di miocardite 16 volte superiore rispetto alla media della popolazione. Per chi ha meno di 16 anni o più di 75 anni tale rischio sale fino a 30 volte.

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