Sole irrequieto, la Terra colpita da una forte tempesta geomagnetica: altre in arrivo entro il weekend

Alle 06:27 ora italiana (le 05:27 del Tempo Coordinato Universale – UTC) di oggi, giovedì 6 novembre 2025, la Terra è stata colpita da una forte tempesta solare (classe G3). Lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA, l'agenzia federale statunitense deputata al monitoraggio di oceani, atmosfera e meteo spaziale, prevede altre possibili tempeste geomagnetiche entro il weekend tra 8 e 9 novembre, compresa un'altra G3 prevista per domani. L'allerta odierna stima ulteriori fenomeni intensi entro le 13:00, anche superiori a G3.

La ragione di queste tempeste solari, che possono avere un impatto significativo su reti elettriche, comunicazioni radio (già segnalati diversi blackout) e navigazione satellitare, vi è un'intensa attività magnetica sul Sole, che nel giro di pochi giorni ha scagliato potenti brillamenti o eruzioni solari con annesse espulsioni di massa coronale (CME). Alcuni flussi di vento solare sono diretti verso la Terra e daranno vita a ulteriori tempeste geomagnetiche, più o meno intense. Non si può escludere che l'unione di questi flussi possa innescare le cosiddette “CME cannibali” in grado di intensificare la potenza dei fenomeni geomagnetici.
Tra i brillamenti più significativi registrati in questi giorni ve sono stati due di classe X – la più potente in assoluto – rilevati a poca distanza l'uno dall'altro dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA. Entrambi si sono verificati sul margine sinistro del disco solare: il primo, classe X 1.8, si è manifestato alle 18:33 ora italiana del 4 novembre e ha coinvolto il complesso di macchie solari AR 4274; il secondo, un X 1.16 registrato alle 23:03 dello stesso giorno, è invece partito da una macchia solare che era ancora nascosta alla vista, trovandosi sulla faccia opposta della stella. Sono stati colti entrambi in un video accelerato della NASA che potete vedere qui di seguito. Come spiegato dall'astrofisico Tony Phillips, che gestisce il portale specializzato spaceweather.com, il secondo probabilmente era più forte di quanto rilevato, proprio alla luce del fatto che è originato da un punto nascosto della stella.

Le regioni coinvolte in questi fenomeni sono state attive per tutto il mese di ottobre, pertanto “non c'è motivo di pensare che questa attività si placherà”, ha evidenziato il dottor Phillips, aggiungendo che ora le macchie solari si stanno rivolgendo verso la Terra. In caso di ulteriori forti brillamenti potrebbero dunque dar vita a tempeste solari molto intense. Il flusso di vento solare – composto da campi magnetici e particelle cariche elettricamente o plasma – scagliato dalle eventuali CME, infatti, punterebbe direttamente il nostro pianeta. Ricordiamo che proprio nel mese di novembre del 2003 fu registrato il più potente brillamento mai rilevato dalla strumentazione, un fortissimo classe X 45.
In attesa che il turbolento complesso di macchie solari AR 4274 metta perfettamente “nel mirino” la Terra, ci sono altre CME in viaggio verso di noi. Fra esse almeno una, scaturita da un brillamento di classe M7.5, avrà un colpo diretto. Anche questa CME è stata innescata dal medesimo complesso attivo. Tra gli “effetti collaterali” di questa pioggia di fenomeni ci sarà la manifestazione di aurore polari a latitudini più basse del normale, potenzialmente anche in Italia. Ma per l'aurora boreale sul nostro Paese servirebbe almeno una tempesta geomagnetica G4 o addirittura G5, come accaduto alcune volte tra il 2024 e Capodanno del 2025.