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Scoperto un nuovo asteroide che condivide l’orbita della Terra

Lo confermano i dati di tre telescopi, il Lover Discovery in Arizona, il SOAR che si trova in Cile e l’Optical Ground Station dell’Agenzia spaziale europea a Tenerife, nelle Isole Canarie.
A cura di Valeria Aiello
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La Terra condivide la sua orbita attorno al Sole con un secondo asteroide, chiamato 2020 XL5, una roccia spaziale che oscilla attorno al punto di Lagrange Sole-Terra L4, uno dei due punti di stabilità situato circa 60 gradi più avanti del nostro pianeta. Lo conferma un team internazionale di astronomi che lo ha identificato in modo definitivo analizzando i dati di tre telescopi, il Lover Discovery in Arizona, il Southern Astrophysical Research (SOAR) che si trova in Cile e l’Optical Ground Station dell’Agenzia spaziale europea a Tenerife, nelle Isole Canarie.

2020 XL5, inizialmente osservato nel dicembre 2020 grazie Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System (Pan-STARRS1) che si trova alle Hawaii, è il secondo asteroide ad essere stato individuato nell’orbita della Terra dopo il 2010 TK7, il primo scoperto nell’ottobre del 2010, sempre in corrispondenza del punto L4. Rispetto a 2010 TK7, che ha un diametro di circa 300 metri, le nuove osservazioni hanno permesso di rivelare che 2020 XL5 ha un diametro di 1.180 metri, il che lo rende il più grande asteroide “troiano” della Terra – questo il nome con cui sono definiti i corpi celesti, per lo più asteroidi, che condividono l’orbita con pianeta o satelliti molto più grandi.

I dati del SOAR, pubblicati su Nature Communications hanno inoltre permesso di effettuare una prima analisi fotometrica, indicando che 2020 XL5 è probabilmente un asteroide di tipo C, dunque di tipo carbonioso, la varietà più comune (circa il 75%) degli asteroidi finora conosciuti nel Sistema Solare ma anche la più difficile da osservare. Questo tipo di asteroidi è infatti molto scuro (riflette appena 3-4% della luce solare) e ma fa parte degli oggetti più antichi in rotazione attorno al Sole, con una composizione simile a quella del Sole stesso. Questo rende gli asteroidi di tipo C un obiettivo interessante per lo studio del Sistema solare e della formazione dei pianeti, oltre che un elemento che potrebbe mostrarci come e dove cercare altri asteroidi troiani della Terra.

Oltre alla difficoltà nell’individuarli, c’è però anche un problema di stabilità, in quanto gli oggetti che orbitano in prossimità del punto di Lagrange L4 (così come di L5) potrebbero non rimanerci a lungo. I ricercatori stimano che 2020 XL5 sarà un asteroide troiano terrestre per circa 4.000 anni, dopo di che le interazioni gravitazionali lo espelleranno dalla sua orbita attuale. In confronto, il più piccolo 2010 TK7 dovrebbe invece restare nell’orbita terrestre per almeno altri 15.000 anni.

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