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Scoperto fosforo su Encelado, vita aliena più probabile: ha tutti gli ingredienti per l’abitabilità

Un team di ricerca internazionale ha rilevato per la prima volta il fosforo su Encelado, una luna di Saturno. La scoperta di questo elemento aumenta in modo significativo le probabilità che ci sia vita aliena. Ecco per quali ragioni.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
Credit: NASA

Su Encelado, una piccola luna di Saturno, è stato scoperto il fosforo, più precisamente dei fosfati di sodio. È la prima volta che questo elemento viene rilevato in un oceano oltre la Terra. Si tratta di una notizia estremamente significativa e la ragione è semplice: si tratta di uno dei sei "mattoni" fondamentali legati alla vita e all'abitabilità di un corpo celeste, perlomeno di uno in grado di sviluppare una biosfera con caratteristiche chimiche analoghe a quelle sul nostro pianeta. Con la scoperta del fosforo ora sappiamo che il satellite del “Signore degli Anelli” li ospita tutti e sei: gli altri sono idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto e zolfo (quest'ultimo ancora da confermare con certezza). Encelado era già considerato un bersaglio privilegiato per la ricerca della vita aliena nel Sistema solare, grazie al suo grande oceano caldo ubicato sotto uno spesso strato di ghiaccio; con l'identificazione del fosforo – che è ad esempio legato alle molecole biologiche dell'acido desossiribonucleico (DNA) e dell'adenosina trifosfato (ATP) – le probabilità che sia abitato aumentano ancora di più.

Credit: NASA/JPL-Caltech
Credit: NASA/JPL-Caltech

A scoprire i fosfati di sodio sulla luna ghiacciata di Saturno è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell'Università Libera di Berlino, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Earth-Life Science Institute (ELSI) – Tokyo Institute of Technology (Giappone), dell'Istituto per i sistemi spaziali dell'Università di Stoccarda, del Southwest Research Institute di San Antonio (Stati Uniti) e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Frank Postberg, docente presso l'Istituto di Scienze Geologiche dell'ateneo tedesco, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati raccolti dalla sonda Cassini, che nel 2005 svelò al mondo intero le meraviglie di Encelado.

Questo piccolo satellite naturale, con una massa sette volte inferiore a quella della Luna, ospita infatti un grande oceano sotto uno strato di ghiaccio di diversi chilometri; è l'attrazione gravitazionale di Saturno a “scaldare” il cuore della luna e permettere la presenza di un oceano liquido, a oltre 1 miliardo di chilometri dal Sole. La sonda Cassini rilevò per prima gli enormi geyser provenienti dalla superficie di Encelado, che “sparano” nello spazio gli elementi contenuti in questo oceano segreto e si accumulano nel secondo anello E di Saturno, sotto forma di particelle ghiacciate.

L'anello E di Saturno attraversato da Encelado. Credit: NASA/JPL/Space Science Institute
L'anello E di Saturno attraversato da Encelado. Credit: NASA/JPL/Space Science Institute

Il professor Postberg e i colleghi hanno analizzato a fondo centinaia di queste particelle “annusate” dallo strumento Cosmic Dust Analyzer (CDA) di Cassini, rilevando in nove di esse la presenza dei fosfati di sodio attraverso un'indagine spettroscopica. In parole semplici, i composti chimici assorbono e riflettono la luce in modo specifico, dando vita a uno spettro di luce univoco in grado di far emergere gli elementi presenti. La presenza dei fosfati di sodio è stata confermata anche attraverso esperimenti di follow-up in cui il team di ricerca ha provato a replicare lo spettro in laboratorio. In parole semplici, hanno bombardato con un laser un campione d'acqua in cui erano presenti ortofosfato di sodio e fosfato di idrogeno disodico; in questo modo hanno ottenuto lo stesso identico spettro emesso dalle particelle ghiacciate presenti nell'anello E di Saturno, che come indicato è composto dai materiali espulsi dai geyser (recentemente è stato osservato il più grande di questi pennacchi grazie al Telescopio James Webb).

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Uno degli aspetti più interessanti della scoperta risiede nel fatto che le concentrazioni di fosforo rilevate sono un centinaio di volte superiori a quelle rilevate sulla Terra, un'abbondanza significativa che alimenta le probabilità che nell'oceano di Encelado possa essersi sviluppata vita. Verosimilmente essa potrebbe trovarsi a ridosso delle bocche idrotermali nel fondo dell'oceano, come avviene negli abissi della Terra non raggiunti dai raggi solari. Secondo gli esperti il fosforo trovato sulla luna deriverebbe dall'interazione tra l'acqua dell'oceano alcalina (ph basico) e la roccia condritica carbonacea presente nel cuore di Encelado. La presenza del fosforo era stata ipotizzata in uno studio cinese del 2022, ma era basata su simulazioni geochimiche. I dettagli della ricerca “Detection of phosphates originating from Enceladus’s ocean” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Naature.

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