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Scoperta possibile alternativa al vaccino Covid: due potenti anticorpi eliminano tutte le varianti

Scienziati israeliani hanno scoperto due anticorpi efficaci al 95% contro tutte le varianti, compresa Omicron. Perché potrebbero essere alternativi al vaccino.
A cura di Andrea Centini
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Scoperti due potentissimi anticorpi contro il coronavirus SARS-CoV-2 in grado di neutralizzare tutte le varianti del patogeno pandemico, compresa l'elusiva e attualmente dominante Omicron. L'efficacia dimostrata è pari al 95 percento, un risultato talmente positivo che i ricercatori ritengono che le due immunoglobuline neutralizzanti possano essere persino delle valide alternative ai vaccini anti Covid, in particolar modo per le persone con un sistema immunitario debole e la popolazione fragile più a rischio di complicanze, come anziani, soggetti affetti da obesità e con comorbilità (patologie sottostanti). I due anticorpi, chiamati TAU-1109 e TAU-2310, a un certo punto potrebbero essere utili anche per una popolazione più ampia, eliminando la necessità di fare continue dosi di richiamo aggiornate con la variante dominante di turno, come accadrà questo autunno contro Omicron.

A determinare l'estrema efficacia dei due anticorpi contro il coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati israeliani della Facoltà di Medicina dell'Università di Tel Aviv, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Center for Infectious Disease Research dell'Università Tsinghua di Pechino (Cina), del Dipartimento di Pediatria dell'Università della California di San Diego, della Facoltà di Medicina “Azrieli” dell'Università Bar Ilan (Israele) e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Natalia T. Freund, docente presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia Clinica dell'ateneo israeliano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver proseguito le indagini su alcuni anticorpi isolati dal sangue di pazienti convalescenti nell'autunno del 2020, nel pieno della pandemia. I ricercatori isolarono diverse immunoglobuline neutralizzanti considerate molto efficaci contro il virus, poiché si legavano al sito di legame del recettore ACE2, l'uncino sulla proteina S o Spike del patogeno che permette al virus di agganciarsi alle cellule umane, rompere la parete cellulare e introdurre l'RNA virale che avvia il processo di replicazione, determinando la malattia / infezione chiamata COVID-19. Diversi di questi anticorpi sono stati impiegati – e lo sono tuttora – per curare i pazienti.

Due degli anticorpi scoperti all'epoca, TAU-1109 e TAU-2310, non furono tuttavia coinvolti nella sperimentazione clinica perché non si legavano a questa specifica porzione della proteina S o Spike, ma a un'altra. Ma questa è la loro fortuna attuale. La porzione ritenuta più promettente all'inizio della pandemia, infatti, è stata molto soggetta alle mutazioni e ha dato vita a molteplici varianti, sempre più elusive e trasmissibili delle precedenti per questa ragione. TAU-1109 e TAU-2310 si legano invece a porzioni molto più conservate della Spike, e questo le rende efficaci contro tutte le varianti, come dimostrato dalle indagini di laboratorio condotte dalla professoressa Freund e colleghi. “L'infettività del virus aumentava con ogni variante perché ogni volta cambiava la sequenza amminoacidica della parte della proteina Spike che si lega al recettore ACE2, aumentandone così l'infettività e allo stesso tempo eludendo gli anticorpi naturali che si sono creati a seguito delle vaccinazioni. Al contrario, gli anticorpi TAU-1109 e TAU-2310 non si legano al sito di legame del recettore ACE2, ma ad un'altra regione della proteina Spike – un'area della Spike virale che per qualche ragione non subisce molte mutazioni – e sono quindi efficaci nel neutralizzare più varianti virali. Questi risultati sono emersi quando abbiamo testato tutti i ceppi COVID conosciuti fino ad oggi”, ha affermato la professoressa Freund in un comunicato stampa.

Gli anticorpi sono stati inviati in due laboratori degli Stati Uniti e sono stati testati sia sui ceppi del SARS-CoV-2 in coltura che su pseudovirus, dimostrando una elevatissima efficacia neutralizzante. TAU-1109, ad esempio, ha neutralizzato il ceppo di Omicron con un'efficacia del 92 percento e la variante Delta con una del 90 percento, mentre TAU-2310 ha neutralizzato Omicron all'84 percento e Delta al 97 percento. Questi dati rendono i due anticorpi potenziali alternative al vaccino, come specificato dagli autori dello studio. “A nostro avviso, il trattamento mirato con anticorpi e la loro somministrazione all'organismo in alte concentrazioni può servire come un efficace sostituto di ripetuti richiami, specialmente per le popolazioni a rischio e quelle con un sistema immunitario indebolito. L'infezione da COVID-19 può causare gravi malattie e sappiamo che fornire anticorpi nei primi giorni dopo l'infezione può fermare la diffusione del virus. È quindi possibile che, utilizzando un trattamento anticorpale efficace, non dovremo fornire dosi di richiamo all'intera popolazione ogni volta che è disponibile una nuova variante”, ha chiosato la dottoressa Freund.

Al momento la vaccinazione anti Covid resta l'arma più efficace per proteggersi dalla pandemia e tutti dovrebbero fare le dosi previste per la propria fascia di età e di rischio, senza attendere potenziali trattamenti miracolosi. Lo studio si basa solo su indagini di laboratorio e inoltre simili opzioni, come specificato dagli scienziati, sono principalmente – ma non esclusivamente – pensate per soggetti fragili e immunocompromessi. I dettagli della ricerca “Conformational flexibility in neutralization of SARS-CoV-2 by naturally elicited anti-SARS-CoV-2 antibodies” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Communications Biology.

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