601 CONDIVISIONI
Covid 19

Rischio alto di deficit visuocostruttivo per i pazienti con Covid lieve: cos’è e cosa comporta

Scienziati brasiliani hanno rilevato un tasso di deficit visuocostruttivi insolitamente elevato nei pazienti che avevano avuto la Covid lieve. Ecco cosa sono.
A cura di Andrea Centini
601 CONDIVISIONI
Credit: Nature
Credit: Nature
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I pazienti con sintomi persistenti da Covid (Long Covid) possono sviluppare anche deficit visuocostruttivi, ovvero disturbi neuropsicologici legati alla difficoltà di coordinare abilità motorie più fini e spaziali. In parole semplici, chi ne è affetto può avere difficoltà a manipolare mentalmente oggetti bidimensionali e tridimensionali, oltre che nel disegnare, copiare, pianificare e organizzare correttamente figure geometriche. I soggetti con deficit visuocostruttivi, spiega il portale specializzato in neuropsicologia Advanced Psychological Assessment, spesso hanno problemi con l'aritmetica, la guida e la scrittura, inoltre possono apparire impacciati e poco inclini all'attività sportiva. È una condizione che può avere un impatto particolarmente negativo sulla qualità della vita. Poiché la Long Covid colpisce un numero significativo di pazienti, anche tra coloro che sviluppano una forma leggera o moderata della COVID-19, si tratta di un'altra conseguenza da valutare scrupolosamente per gli esperti.

A determinare che l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 può portare a deficit visuocostruttivi è stato un team di ricerca brasiliano guidato da scienziati dell'Università Federale del Minas Gerais (UFMG), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psichiatria della Scuola di Medicina USP di San Paolo, della sezione di Neurogenomica e Immunopatologia dell'Istituto René Rachou, del Centro per lo sviluppo della tecnologia nucleare (CDTN) e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Marco Aurelio Romano-Silva, docente presso il Centro per la Tecnologia di Medicina Molecolare (CTMM) dell'ateneo di Belo Horizonte sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in specifici test un gruppo di circa 200 pazienti con sintomi da Long Covid, in prevalenza donne (71 percento). L'età media era inferiore ai 40 anni, quasi il 60 percento era altamente istruito (con una laurea o una specializzazione) e con una condizione socioeconomica media. Solo il 6 percento era stato ricoverato in ospedale per COVID-19, mentre i sintomi più comuni erano mal di testa (77 percento), dolori muscolari (68 percento) e perdita dell'olfatto / anosmia (64 percento).

Diversi studi avevano già rilevato la cosiddetta “nebbia cerebrale” da Long Covid, una condizione neurologica a seguito dell'infezione che si palesa con difficoltà nel linguaggio, deficit nella memoria, difficoltà di concentrazione e altri disturbi cognitivi. Il deterioramento cognitivo nelle infezioni virali di solito si innesca a causa di danni o disfunzioni cerebrali legate a lesioni vascolari e processi infiammatori. Nella COVID-19 i meccanismi sono ancora al vaglio degli esperti. Gli autori del nuovo studio hanno valutato la salute fisica e mentale e la storia dei sintomi neurologici dei partecipanti attraverso questionari, successivamente li hanno sottoposti a un esame chiamato Neuroimaging FDG-PET, per analizzare cambiamenti cerebrali e potenziali correlazioni cliniche. In circa il 25 percento dei pazienti con COVID-19 lieve, il professor Romano-Silva e colleghi hanno rilevato un peculiare deficit visuocostruttivo, “che era associato a cambiamenti nell'imaging cerebrale molecolare e strutturale e correlato con la sovraregolazione dei marcatori immunitari periferici”, si legge nell'abstract dello studio.

Attraverso il test standardizzato per valutare le abilità visuocostruttive, il Rey-Osterrieth Complex Figure Test (ROCF), i partecipanti hanno mostrato un tasso di compromissione insolitamente elevato, pari al 26 percento rispetto al 6 percento del gruppo di controllo. Nel test neuropsicologico i partecipanti dovevano riprodurre un disegno complesso, prima copiandolo a mano libera e successivamente ricostruendolo con la memoria. Secondo gli scienziati il deficit visuocostruttivo sarebbe legato alla neuroinfiammazione che si innesca durante l'infezione. I dettagli della ricerca “Selective visuoconstructional impairment following mild COVID-19 with inflammatory and neuroimaging correlation findings” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Molecular Psychiatry.

601 CONDIVISIONI
32800 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views