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Ratto prende un volo transatlantico tra Stati Uniti ed Europa, ma non finisce molto bene

I ratti neri sono inseriti nella lista delle 100 specie più invasive al mondo, anche grazie alla loro capacità di sfruttare il traffico commerciali. Un esemplare è salito su un aereo destinato a un volo intercontinentale tra Miami e Berlino; ecco cosa è successo e perché il caso è considerato molto significativo dagli scienziati.
A cura di Andrea Centini
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Nel marzo del 2017 un volo intercontinentale tra Miami (Florida, Stati Uniti) e la capitale tedesca Berlino si è trasformato in un'odissea per i passeggeri. Dopo il decollo, infatti, in cabina è spuntato fuori un ratto clandestino, evidentemente in vena di viaggiare. Il panico tra chi soffriva di musofobia – la fobia di topi e altri roditori – è stato significativo, considerando l'ambiente angusto (dal quale è impossibile uscire) e l'idea di un grosso ratto che scorrazzava tra sedili e corridoio. Tuttavia la principale preoccupazione era per la salute pubblica. Questi animali sono notoriamente portatori di agenti patogeni e il ratto clandestino avrebbe potuto lasciare escrementi e urine proprio sul sedile in cui ci si era accomodati, senza dimenticare il potenziale rischio di graffi e morsi nel caso in cui si fosse sentito in pericolo.

Non è chiaro se il roditore sia salito nella città affacciata sull'Oceano Atlantico oppure negli Emirati Arabi Uniti, dato che l'aereo proveniva da Dubai. Ciò che è certo è che il ratto è riuscito ad arrivare indenne a destinazione, ovvero all'aeroporto internazionale di Berlino-Tegel. Qui, però, ha fatto una brutta fine. Dopo la discesa dei passeggeri, infatti, l'autorità aeronautica ha bloccato l'aereo allo scalo tedesco e ha autorizzato una straordinaria operazione di “bonifica”. In parole semplici, l'aereo è stato sigillato e l'intero velivolo è stato fumigato con anidride carbonica (CO2), rendendolo di fatto una grande e letale camera a gas. Dopo l'operazione, del tutto in linea con le norme dell'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), all'interno dell'aereo è stato fatto salire un cane da caccia al fine di recuperare la carcassa dello sventurato roditore. Una volta localizzato, il ratto – nome in codice H17/01 – è stato sigillato, congelato e spedito a un laboratorio del Friedrich-Loeffler-Institut (FLI) per gli esami di rito. Solo adesso sono stati pubblicati i risultati delle analisi in uno studio ad hoc.

Il ratto è stato sezionato e sono stati prelevati campioni e tessuti da diversi organi: dal cuore ai polmoni, passando per cervello, lingua, milza, reni e molto altro. Sono stati analizzati anche liquidi e feci. L'obiettivo degli scienziati era verificare se il roditore fosse infettato da patogeni pericolosi per i passeggeri, quindi sono stati condotti test a tutto tondo. La specie del ratto è stata definita tramite analisi del DNA: i ricercatori hanno determinato che si trattava di un ratto nero o ratto comune (Rattus rattus), una specie probabilmente originaria dell'Asia che ha raggiunto una distribuzione quasi ubiquitaria (non è ad esempio presente in Nord Africa e in Sud America). È inserita tra le 100 specie più invasive al mondo; non a caso, la capacità di sfruttare il traffico commerciale, soprattutto via mare (ma anche su ruota ed evidentemente aereo), l'adattabilità e la rapida moltiplicazione è alla base del suo successo come specie invasiva. I ratti rappresentano anche un potenziale problema di salute pubblica alla luce della capacità di trasmettere svariati patogeni.

Ad analizzare il ratto clandestino è stato un team di ricerca tedesco guidato da scienziati dell'Istituto per le malattie infettive nuove ed emergenti del FLI, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti l'Istituto di Immunologia dell'Università di Medicina Greifswald, l'Istituto Robert Koch, l'Istituto di igiene animale e sanità pubblica veterinaria dell'Università di Lipsia e altri. I ricercatori, coordinati dal professor Rainer G. Ulrich, dopo i molteplici esami hanno rilevato diversi agenti infettivi sul ratto, tra i quali sette generi diversi di batteri e due di funghi. Tra i patogeni più interessanti lo stafilococco aureo (Staphylococcus aureus), un patogeno responsabile di infezioni anche molto gravi nell'uomo, che evidentemente può infettare anche i ratti ed essere nuovamente trasferito alle persone. Erano presenti anche patogeni opportunisti come Enterobacter cloacae e Klebsiella aerogenes, che normalmente vivono nell'intestino.

Il ratto non era portatore dei patogeni più preoccupanti, come quelli responsabili della leptospirosi o della “Sindrome polmonare da hantavirus”, patologia che ha provocato la morte della moglie di Gene Hackman, trovato anch'egli senza vita (un caso che sconvolse il mondo intero all'inizio dell'anno). Ciò nonostante, secondo gli studiosi la scoperta di un ratto all'interno di un aereo è emblematico dei rischi per la salute pubblica per via della globalizzazione. E ovviamente non è la prima volta che succede con un roditore; nel 2024 un volo della Scandinavian Airlines (Sas) è stato costretto a effettuare un atterraggio di emergenza dopo la scoperta di un topo vivo dentro il pasto di una passeggera. I topi infatti, oltre a trasportare malattie, possono rosicchiare cavi elettrici e causare danni catastrofici a un aereo. Per lo stesso motivo un aereo cargo invaso da centinaia di criceti usciti dalle gabbie in stiva è stato messo a terra.

Anche molte specie aliene sfruttano il trasporto commerciale per spostarsi tra un Paese e l'altro (o un continente e l'altro) e, tra quelle più pericolose, figurano sicuramente le zanzare, gli animali che uccidono più persone al mondo, essendo i vettori di molteplici patologie. A causa del cambiamento climatico e dell'assist dei trasporti, in futuro potrebbero diffondersi a latitudini più elevate specie portatrici di gravi malattie tropicali, come la zanzara della febbre gialla, in un contesto in cui abbiamo già a che fare con West Nile, Chikungunya e altre condizioni dal nome esotico. I dettagli della ricerca “Application of a comprehensive approach to pathogen screening in a stowaway rat on an airplane” sono stati pubblicati su Scientific Reports.

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