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Raddoppio dei morti per cancro entro il 2050: l’allarme del medico sulla crisi oncologica in atto

Secondo un recente studio pubblicato su The Lancet si prevede che entro il 2050 i morti per tumori saranno 18,6 milioni, praticamente il doppio rispetto di quelli rilevati attualmente. Un medico spiega cosa spinge questa crisi oncologica e cosa si può fare per abbattere i numeri di decessi e diagnosi per cancro.
A cura di Andrea Centini
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Nel 2022, secondo i dati condivisi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati registrati 20 milioni di nuovi casi di cancro con 9,7 milioni di morti a causa dei tumori; questi numeri, in base alle fosche previsioni di uno studio pubblicato su The Lancet, sono destinati praticamente a raddoppiare entro il 2050, perlomeno quelli dei decessi. Le stime del “The global, regional, and national burden of cancer, 1990–2023, with forecasts to 2050: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2023”, infatti, prevedono che tra 25 anni ci saranno 30,5 milioni di nuove diagnosi di cancro ogni anno, mentre i decessi balzerebbero a 18,6 milioni, circa il doppio di quelli attualmente rilevati. Oggi circa 1 persona su 5 riceve una diagnosi di cancro e a causa di esso muoiono 1 uomo su 9 e 1 donna su 12; sono tutti dati destinati ad aumentare nei prossimi decenni.

A impattare sensibilmente su queste previsioni, come spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation dal professor Vikram Niranjan, docente di Sanità pubblica presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Limerick (Irlanda) e coautore dello studio su The Lancet, sarà il notevole aumento di diagnosi e decessi nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto quelli dell'Africa subasahariana e dell'Asia meridionale, dove gli incrementi rilevati nell'analisi vengono definiti “particolarmente preoccupanti”. Il professor Niranjan sottolinea che molti di questi Paesi stanno andando incontro a cambiamenti rapidi e significativi nello stile di vita e nell'ambiente, “ma senza il parallelo sviluppo delle capacità di screening, diagnosi o trattamento.” Questo disallineamento, di concerto con l'invecchiamento della popolazione globale che porterà anche a aumento triplo dei casi di Alzheimer, renderà il cancro una delle malattie più influenti sui tassi di mortalità (considerando che già oggi una persona su sei perde la vita a causa di un tumore maligno).

Il dettaglio più importante di queste stime risiede nel fatto che una quota significativa di questi casi di cancro sarebbe prevenibile. A catalizzare gli incrementi diagnostici, infatti, ci sarebbero soprattutto lo stile di vita insalubre, caratterizzato da diete disequilibrate (ricche di carne, cibi ultraprocessati e bibite gassate e povere di frutta e verdura), sedentarietà, scarsa attività fisica e vizio del fumo e dell'alcol, tutti fattori notoriamente coinvolti nel rischio oncologico. A questo si aggiunge anche l'esposizione ad agenti atmosferici inquinanti a casa o sul posto di lavoro, che si sommano a quelli derivati dalla combustione di legna e altro materiale per i riscaldamenti (pratica molto diffusa in diversi paesi in via di sviluppo, dove i tassi di cancro ai polmoni è sensibilmente superiore). Un recentissimo studio dell'Università di Stanford ha rilevato che anche le cucine a gas possono rilasciare quantità di biossido di azoto (NO2) in grado di superare rapidamente le soglie di sicurezza dell’OMS, che impatta in particolar modo sul rischio di asma, malattie cardiache, infezioni e infiammazione delle vie respiratorie (che può sfociare nel cancro). L'Università Jaume 1 indica che sono coinvolte nella morte di migliaia di persone in Europa.

Poiché questi fattori sono controllabili sia dalle persone con le scelte individuali che attraverso le regole imposte dai governi (ad esempio sui limiti per la qualità dell'aria), il professor Niranjan spiega che le cifre delle previsioni per il 2050 non sono scolpite nella pietra; si tratta appunto di previsioni che potrebbero essere abbattute con un cambio di paradigma nei comportamenti e nelle misure strutturali. Del resto, circa il 42 percento dei decessi per cancro rilevati nel 2023 nello studio pubblicato su The Lancet risultava attribuibile a rischi modificabili. “Ogni anno si potrebbero prevenire milioni di casi di cancro se i governi rafforzassero le politiche di sanità pubblica e rendessero più semplici le scelte più salutari. La prevenzione non riguarda solo le azioni delle persone. È plasmata da decisioni politiche su ciò che le persone possono permettersi, respirare, mangiare e incontrare nel loro ambiente”, ha affermato l'esperto di salute pubblica dell'ateneo irlandese.

Tra le misure suggerite dallo scienziato figurano investimenti sulla diagnosi precoce (in particolar modo sui tumori a seno, cervice uterina e colon-retto), controllo del tabacco, misure più stringenti sui controlli della qualità dell'aria, azioni proattive per prevenire l'obesità, miglioramento dei sistemi sanitari, più personale oncologico e una raccolta dati sistematica e di qualità per registri sui tumori affidabili, fondamentali per pianificare misure di contrasto.

A preoccupare l'esperto vi è anche il notevole incremento dei casi di cancro nei giovani, come documentato da numerosi studi. Una nuova ricerca guidata da scienziati dell’Institute of Cancer Research (ICR) di Londra e pubblicata sulla rivista scientifica Annals of Internal Medicine, ad esempio, evidenzia l'aumento significativo di sei tipi di tumore nelle persone con età compresa tra 20 e 49 anni, una fascia di età che in passato era considerata in qualche modo “protetta”. I tumori coinvolti sono quelli a colon-retto, seno, tiroide, rene, endometrio e sangue (leucemia), con quello intestinale più coinvolto: nei giovani è stato infatti registrato un aumento del 30 percento negli ultimi anni. Un'altra ricerca pubblicata su The Lancet ha evidenziato che in generale le persone della Generazione X (quelle nate tra il 1965 e il 1980) e i Millennials (i nati tra il 1981 e il 2000) hanno un rischio più alto di 17 tumori rispetto alle generazioni precedenti. Il professor Camillo Porta, oncologo presso l'Università “Aldo Moro” di Bari, ha raccontato a Fanpage.it cosa si cela dietro i preoccupanti dati relativi all'aumento del cancro nei giovani.

Il cancro non è più una patologia che colpisce principalmente gli anziani”, ha evidenziato il professor Niranjan su The Conversation, sottolineando che nei giovani una diagnosi di tumore “ha conseguenze vanno ben oltre la salute”. “Istruzione, lavoro, relazioni e stabilità finanziaria possono essere sconvolti da un giorno all'altro. Il cancro diventa un problema sociale oltre che medico. Colpisce già molte famiglie e, se non si interviene, ne colpirà molte altre nei prossimi decenni”, ha sottolineato l'esperto, esortando decisori politici e cittadini a prendere decisioni appropriate che possono scongiurare il raddoppio dei morti previsto entro il 2050. “I prossimi 25 anni saranno cruciali. Abbiamo le conoscenze per cambiare rotta. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è la volontà collettiva di agire”, ha chiosato lo scienziato dell'Università di Limerick.

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