70 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Questo ghiacciaio si è spaccato a una velocità mostruosa: la crepa di 10 km si è aperta a 130 km/h

Sul ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, si è aperta una spaccatura a una velocita spaventosa, circa 35 metri al secondo, quanto quella di un’auto che sfreccia sull’autostrada al limite consentito. La scoperta è stata fatta analizzando immagini satellitari e dati sismici.
A cura di Andrea Centini
70 CONDIVISIONI
Credit: Olinger et al./AGU Advances
Credit: Olinger et al./AGU Advances

Su un ghiacciaio antartico si è generata una spaccatura gigantesca a una velocità spaventosa, in grado di aprirsi per oltre 10 chilometri in appena 5 minuti e mezzo. Secondo i calcoli degli scienziati la “crepa” in formazione ha viaggiato a oltre 128 chilometri orari, pari a 35 metri al secondo. Immaginate una vettura che sfreccia sull'Autostrada del Sole al limite massimo consentito dal codice stradale in Italia e avrete un'idea di quanto rapido è stato questo fenomeno, il più veloce in assoluto di questo genere mai documentato dagli studiosi. Poiché lo scioglimento dei ghiacciai è una delle conseguenze più drammatiche del cambiamento climatico – principalmente poiché provoca l'innalzamento del livello del mare – e non sappiamo esattamente quali e quanti scompariranno nei prossimi decenni, conoscere nel dettaglio come si comportano e come danno vita agli iceberg può fornirci dati più precisi su ciò che ci aspetta nel prossimo futuro.

A scoprire e misurare la più rapida spaccatura in un ghiacciaio antartico è stato un team di ricerca statunitense composto da scienziati del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie dell'Università di Harvard e del Dipartimento di Scienze della Terra e Spaziali dell'Università di Washington. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Stephanie Olinger, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato immagini satellitari e dati sismici raccolti nel 2012 sul ghiacciaio di Pine Island, una delle più grandi e importanti piattaforme di ghiaccio del continente antartico. Basti sapere che si estende per oltre 250 chilometri (lungo la costa occidentale) e da solo contribuisce a un quarto dell'intera massa di ghiaccio perduta in Antartide. In altri termini, è tra i principali motori dell'innalzamento del livello del mare, a causa del suo scioglimento catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti a effetto serra. Una caratteristica della calotta glaciale antartica risiede proprio nella presenza di queste immense piattaforme di ghiaccio, che si spaccano lungo linee di frattura (chiamate rift) dando vita a enormi iceberg. Anche la rapidissima spaccatura osservata nel ghiacciaio di Pine Island ha dato vita a un grande iceberg. Dalla stessa piattaforma nel 2017 si è sganciato un gigante di 267 chilometri.

Illustrazione di una spaccatura in formazione su una piattaforma di ghiaccio. Credit: Rob Soto
Illustrazione di una spaccatura in formazione su una piattaforma di ghiaccio. Credit: Rob Soto

“Questo è, a nostra conoscenza, l'evento di formazione di una spaccatura più veloce mai osservato. Ciò dimostra che in determinate circostanze una piattaforma di ghiaccio può frantumarsi. Ci dice che dobbiamo prestare attenzione a questo tipo di comportamento in futuro e ci informa su come potremmo descrivere queste fratture in modelli di calotta glaciale su larga scala”, ha dichiarato in un comunicato stampa la dottoressa Olinger, oggi all'Università di Stanford. I ricercatori spiegano che il ghiaccio si comporta come un solido su scale temporali brevi, mentre “è più simile a un liquido viscoso su scale temporali lunghe”. Pertanto hanno iniziato a studiare nel dettaglio in che modo si formano le spaccature sulle piattaforme, chiedendosi se si comportassero in modo più simile al vetro oppure al Silly Putty, un giocattolo a base di polidimetilsilossano (PDMS) – un polimero del silicone – che si presenta come una pasta molle, con peculiari caratteristiche fisiche. “I nostri calcoli per questo evento mostrano che è molto più simile alla rottura del vetro”, ha spiegato Olinger.

Grazie alle simulazioni i ricercatori hanno inoltre determinato che l'acqua dell'oceano che penetra all'interno delle fratture gioca un ruolo fondamentale nella velocità di propagazione del rift. Basti sapere che, attraverso i dati raccolti dalle stazioni sismiche, è stato determinato che essa scorre ad almeno 2.300 metri cubi al secondo all'interno di queste fessure, influenzando a sua volta la velocità di rottura. Sono tutte informazioni preziose che aiuteranno i ricercatori a capire in che modo si formano i grandi iceberg e l'impatto dei ghiacciai in scioglimento sull'innalzamento del livello del mare, che potrebbe aumentare anche di diversi metri in futuro. I dettagli della ricerca “Ocean Coupling Limits Rupture Velocity of Fastest Observed Ice Shelf Rift Propagation Event” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica AGU Advances.

70 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views