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Cambiamenti climatici

Perché più fa caldo, più rischiamo di ammalarci a causa di questi virus

Enterovirus, rinovirus e adenovirus possono sfruttare le ondate di calore estremo a proprio vantaggio per infettarci e farci ammalare. La spiegazione dei virologi.
A cura di Andrea Centini
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A causa del caldo estremo che stiamo vivendo in questi giorni, scatenato dall'anticiclone africano Caronte, aumenta in modo significativo il rischio di essere infettati da alcuni patogeni, come enterovirus, rinovirus e adenovirus, pronti a sfruttare la torrida condizione meteorologica a proprio vantaggio. Potrebbe apparire un controsenso, dato che tipicamente è il freddo a favorire i contagi: basti pensare ai picchi della stagione influenzale, concentrati all'inizio dell'anno, alle ondate della COVID-19 provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, alle sindromi parainfluenzali, al raffreddore e così via.

Ci sono molteplici ragioni per cui il freddo favorisce le infezioni virali, in particolar modo quelli respiratori, che spaziano da fattori logistici – come il fatto di trascorrere più tempo al chiuso con altre persone – a meccanismi squisitamente biologici. Con le temperature più basse, infatti, si determinano vasocostrizione, una riduzione del movimento delle ciglia nelle alte vie respiratorie, maggiore irritazione delle mucose, infiammazione e un'efficacia ridotta del sistema immunitario. Sono tutte condizioni che spalancano le porte all'aggressione virale, dato che lasciano il nostro organismo parzialmente senza difese. Dunque perché alcuni patogeni sono avvantaggiati dalle ondate di calore estremo in estate?

A spiegarlo è il professor Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant'Ambrogio. In un'intervista pubblicata dalla Fondazione Gruppo San Donato, lo scienziato spiega che "il picco di contagi di infezioni respiratorie è legato alla presenza dell’influenza d’inverno", tuttavia "esistono 262 tipi diversi di virus respiratori oltre a quello dell’influenza, che si presentano nel corso di tutto l’anno e dunque anche in estate". I rinovirus e gli adenovirus, ad esempio, durante la stagione estiva "hanno una facilitazione di propagazione grazie alle situazioni di sbalzo termico tra luoghi chiusi e climatizzati e il caldo esterno", spiega Pregliasco. E maggiore è l'escursione termica, superiore è il rischio di creare le condizioni idonee per essere contagiati.

Quando la temperatura esterna è superiore a 40° C – in questi giorni se ne attendono 43 a Roma e addirittura oltre 48 in alcune aree della Sicilia e della Sardegna -, entrando in un ambiente climatizzato come un locale, un centro commerciale o una vettura si va incontro a sbalzi termici importanti, che non sono affatto salutari. “Lo sbalzo di temperatura blocca il tipico meccanismo di protezione delle vie respiratorie, la cosiddetta clearance mucociliare. Dagli alveoli risale il muco che ricopre di velo protettivo le pareti dell’apparato respiratorio, lo sbalzo termico blocca il meccanismo che lo rende possibile, lasciando spazio all’attacco da parte del virus”, specifica Pregliasco. Se a questo si aggiungono anche la vasocostrizione, i processi infiammatori e l'irritazione che si innescano in un ambiente freddo, i rischi virali indiretti legati alle ondate di calore risultano ancora più evidenti.

È per questa ragione che il Ministero della Salute sottolinea l'importanza di impostare il climatizzatore con una differenza di temperatura non superiore ai 5° C rispetto a quella esterna. Spesso, infatti, questi passaggi avvengono in maniera “traumatica”, senza una transizione graduale; ciò destabilizza gli equilibri dell'organismo e catalizza le probabilità di essere facile preda degli agenti virali, andando incontro a raffreddore, febbre e disturbi gastrointestinali. Bastano pochissimi gradi di escursione per avere potenziali problemi, quindi se fuori ci sono temperature infernali le probabilità di sviluppare questi malanni sono statisticamente superiori.

Anche gli enterovirus responsabili di diarrea, mal di pancia, nausea, vomito, mal di gola, eruzioni cutanee e altre condizioni (anche gravi) possono sfruttare a proprio vantaggio gli sbalzi termici per infettarci. “Indeboliscono le nostre difese e ci espongono a infezioni”, ha chiosato in un'intervista a Repubblica il professor Giovanni Maga, direttore del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pavia. Lo scienziato ha sottolineato che l'umidità gioca un ruolo significativo nel favorire la trasmissione dei virus respiratori come i rinovirus. “In un ambiente caldo secco hanno difficoltà a trasmettersi, mentre se l'umidità è elevata possono circolare perché le goccioline che i contengono li proteggono. Basta guardare all'influenza, che all'equatore circola tutto l'anno. E l'abbiamo visto anche con SARS-CoV-2”, ha concluso l'esperto.

Insomma, anche con oltre 40° C possiamo ammalarci di patologie tipiche del periodo freddo, ed è fondamentale prendere tutte le precauzioni per evitare un'infezione, soprattutto i soggetti fragili. Ecco i dieci consigli del Ministero della Salute per proteggersi dalle ondate di calore. Del resto a nessuno trascorrere del tempo a letto con problemi gastrointestinali e simili, soprattutto in periodo di vacanze. Ma in futuro, a causa del cambiamento climatico, avremo sempre più a che fare con questi e altri patogeni, compresi quelli trasmessi dalle zanzare.

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