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Perché non dovresti aspettarti di vivere 100 anni, se sei nato tra il 1939 e il 2000: lo studio

Un nuovo studio pubblicato su PNAS ha evidenziato che l’aspettativa di vita nei Paesi ad alto reddito sta avendo una brusca frenata rispetto a ciò che si è osservato nella prima metà del ‘900. Ecco perché i nati tra il 1939 e il 2000 non dovrebbero aspettarsi di vivere 100 anni.
A cura di Andrea Centini
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Le persone nate tra il 1939 e il 2000 non dovrebbero aspettarsi di vivere 100 anni, alla luce dei risultati di un nuovo studio di popolazione pubblicato su PNAS che evidenzia l'attuale e significativa decelerazione dell'aspettativa di vita rispetto al passato. Se, infatti, il numero di centenari e ultracentenari nei Paesi ad alto reddito continua ad aumentare, grazie ai progressi nella medicina e socioeconomici, ciò che si osserva adesso sotto il profilo dell'aspettativa di vita non è minimamente paragonabile rispetto a ciò che avveniva all'inizio del 1900. Si parla chiaramente di media nelle popolazioni.

Gli autori di un nuovo studio sottolineano che tra l'inizio del XX secolo e il 1938, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l'aspettativa di vita è aumentata sensibilmente a balzi di circa 0,5 anni; si è così passati dagli appena 62 anni per i nati all'inizio del ‘900 ai circa 80 anni per chi è nato proprio prima del conflitto. In Italia, ad esempio, in base ai dati ISTAT pubblicati nel 2023, per gli uomini la vita media era di 81,1 anni, mentre per le donne di 85,2 anni. A livello globale risultano una decina di anni di aspettativa in meno, ovvero 70,8 anni per i primi e 75,9 anni per le seconde. Questi progressi significativi nella longevità, spiegano gli scienziati, sono stati legati principalmente all'abbattimento della mortalità infantile grazie ai progressi in campo medico e sociale a partire dall'inizio del 1900, come ad esempio l'introduzione dei vaccini (in Florida tuttavia vogliono fare un enorme balzo all'indietro eliminando l'obbligo vaccinale).

Oggi la mortalità infantile nei Paesi ad alto reddito è estremamente bassa e, poiché è stata proprio la riduzione sostanziale di questo fattore a influire sensibilmente nell'aspettativa di vita in di chi è nato nei primi decenni del secolo scorso, i ricercatori si aspettano una netta e brusca decelerazione. Più nello specifico, per i nati tra il 1939 e il 2000, in base al metodo di indagine statistico utilizzato ci si aspetta una riduzione dell'aspettativa di vita dal 37 al 52 percento. Il calcolo, lo sottolineiamo, fa riferimento a 23 Paesi ad alto reddito, perché a livello globale l'aspettativa di vita sta comunque aumentando, grazie ai miglioramenti sociali, economici e sanitari nei Paesi in via di sviluppo. Ad esempio, un recente studio pubblicato da The Lancet indica che entro il 2050 gli uomini guadagneranno 4,9 anni, mentre le donne 4,2 anni. Ma è appunto un dato globale che è riflesso di ciò che sta avvenendo al di fuori dei Paesi ricchi, dove appunto è in atto una significa decelerazione. Anche la pandemia di COVID-19 ha rosicchiato anni di aspettativa di vita; a livello globale secondo lo studio Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) 2021 ci ha tolto 1,6 anni.

Future pandemie potrebbero avere ulteriori effetti negativi, spiegano gli esperti, così come potrebbero averla scoperte in campo medico rilevanti. Ad esempio, una cura definitiva contro il cancro potrebbe avere effetti enormi sull'aspettativa di vita, che potrebbe realmente superare i 100 anni. Ma attualmente le cose procedono nel senso opposto. “In assenza di importanti innovazioni che estendano significativamente la vita umana, l'aspettativa di vita non eguaglierebbe comunque i rapidi aumenti osservati all'inizio del XX secolo, anche se la sopravvivenza degli adulti migliorasse a una velocità doppia rispetto a quanto previsto”, ha affermato in un comunicato stampa il dottor Héctor Pifarré i Arolas, autore principale dello studio in forze a La Follette School of Public Affairs dell'Università del Wisconsin-Madison (Stati Uniti), che ha collaborato con colleghi dell'Istituto Max Planck per la ricerca demografica (Germania) e del Institut national d'études demographiques.

“Prevediamo che i nati nel 1980 non vivranno in media fino a 100 anni e nessuna delle coorti del nostro studio raggiungerà questo traguardo”, ha chiosato il coautore dello studio José Andrade. I dettagli della ricerca “Cohort mortality forecasts indicate signs of deceleration in life expectancy gains” sono stati pubblicati su PNAS.

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