58 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Perché la Scozia ha vietato l’uso dell’anestetico desflurano nell’anestesia generale

I dati suggeriscono che il gas, utilizzato durante gli interventi chirurgici, ha un potenziale di riscaldamento globale 2.500 volte maggiore dell’anidride carbonica.
A cura di Valeria Aiello
58 CONDIVISIONI
Immagine

La Scozia è diventata la prima nazione al mondo ad aver interrotto l’uso dell’anestetico desflurano nei suoi ospedali perché dannoso per l’ambiente. Lo riporta la BCC, citando i dati del National Health Service (NHS), che stima che il gas, utilizzato per l’anestesia generale durante gli interventi chirurgici, abbia un potenziale di riscaldamento globale che è 2.500 volte maggiore di quello dell’anidride carbonica. Gli esperti calcolano che il divieto scattato in Scozia determinerà un taglio delle emissioni pari a quelle di 1.700 case all’anno.

L’iniziativa scozzese si inserisce nell’ambito della progressiva riduzione dell’impiego di questo gas in tutto il Regno Unito, dove più i quaranta ospedali in Inghilterra e Galles hanno già smesso di usarlo. L’Inghilterra, nello specifico, introdurrà un divieto simile a partire dal 2024 e, come la Scozia, ne proibirà l’uso esteso, consentendolo solo in circostanze del tutto eccezionali. Le stime indicano che l’introduzione della misura negli ospedali inglesi corrisponderà a un taglio delle emissioni equivalente a quelle di 11.000 case ogni anno.

L’alternativa al desflurano, utilizzato da decenni per indurre e mantenere l’anestesia, è rappresentata da gas anestetici sicuri ed efficaci, come il sevoflurano, che ha un potenziale di riscaldamento globale che è 130 volte superiore a quello dell’anidride carbonica, oppure da anestetici non gassosi alternativi e attrezzature più efficienti.

“Sempre più anestesisti in tutto il Regno Unito si sono resi conto dell’entità del danno che il desflurano può causare all’ambiente e hanno scelto di smettere di usarlo – e ne sono orgoglioso – ha dichiarato il dottor Helgi Johannsson, vicepresidente del Royal College of Anaesthetists, avvertendo come la consapevolezza dell’impatto di questo gas sia solo “una goccia nell’oceano dell’impronta di carbonio del NHS”.

Il servizio sanitario nazionale, spiega Johannson, che è anche consulente anestesista presso l'Imperial College Healthcare di Londra, è “un'industria ad alta intensità di carbonio”, di cui i gas anestetici costituiscono il 2-5% dell'impronta di carbonio complessiva. Pertanto, ha concluso  è importante focalizzarsi anche “su tutte le altre cose importanti, che possono fare la differenza, come rimodernare i vecchi edifici ospedalieri difficili da riscaldare e la riduzione degli spostamenti dei pazienti”.

58 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views