Perché la difesa planetaria si è attivata per l’anomala cometa 3I/ATLAS: cosa sta succedendo

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS, una probabile cometa aliena, sarà al centro di una campagna osservativa da parte dell'International Asteroid Warning Network (IAWN), il principale organo mondiale deputato alla difesa planetaria. Di fatto, sarà avviato un protocollo di sorveglianza tra novembre e gennaio per determinarne con precisione la traiettoria, alla luce delle difficoltà intrinseche nell'ottenere le misure astrometriche precise di un oggetto "diffuso" con una coda e una chioma. È la prima volta che una simile campagna coinvolge un oggetto interstellare, in questo caso caratterizzato da diverse anomalie, come rilascio di nichel simile alla produzione di leghe metalliche, una forte polarizzazione negativa e una traiettoria molto improbabile. La IAWN, coordinata dalle Nazioni Unite, è un sistema di allerta globale basato su una rete di telescopi (terrestri e spaziali) che ha l'obiettivo di sorvegliare asteroidi e altri NEO (Near Earth Objects), ovvero oggetti che transitano nei pressi della Terra. Ne fanno parte anche la NASA, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), la JAXA (agenzia aerospaziale giapponese) e molti importanti osservatori pubblici e privati in tutto il mondo. Ricordiamo che 3I/ATLAS è stato scoperto il 1 luglio 2025 dal sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), da cui prende il nome.
Come indicato è la prima volta che un oggetto interstellare finisce nel mirino della IAWN: non era accaduto né con 1I/'Oumuamua, il cosiddetto “sigaro spaziale” scoperto nel 2017, né con 2I/Borisov, la prima cometa aliena – cioè proveniente da un altro sistema stellare – identificata un paio di anni dopo dal “cacciatore di comete” Gennady Borisov. Perché 3I/ATLAS merita questa attenzione particolare? Va detto che non presenta alcun rischio di impatto con la Terra, considerando che si manterrà a molte decine di milioni di chilometri dal nostro pianeta quando transiterà al perigeo (il perielio, il punto di avvicinamento massimo al Sole, è atteso per il 29 ottobre).
Come spiegato dall'IAWN in un comunicato stampa, l'oggetto non rappresenta una minaccia, ma una grande opportunità “per svolgere un'esercitazione osservativa, grazie alla sua prolungata osservabilità dalla Terra e al suo elevato interesse per la comunità scientifica”. L'organismo sottolinea che questa è l'ottava esercitazione osservativa e già nel 2024, quando 3I/ATLAS non era stata ancora identificata (la scoperta risale a luglio di quest'anno), si era deciso di organizzare una campagna di osservazione cometaria nell'autunno del 2025. Attualmente ci sono nel cielo degli ottimi candidati al momento nel cielo autunnale, come la bellissima cometa C/2025 A6 (Lemmon) e la meno appariscente C/2025 R2 (Swan), tuttavia si è deciso di condurre la campagna di monitoraggio su 3I/ATLAS tra il 27 novembre 2025 e il 27 gennaio 2026 del prossimo anno.
L'obiettivo è esercitarsi sulla posizione esatta e sulla traiettoria delle comete all'interno del Sistema solare, poiché a causa della loro natura di astri chiomati “pongono ulteriori sfide astrometriche” agli esperti, spiega la IAWN. Di fatto si mostrano come “oggetti estesi e sfuocati rispetto agli asteroidi puntiformi nel campo visivo di un telescopio”. “I corpi cometari – prosegue l'organizzazione – sono dotati di caratteristiche morfologiche (chiome e code) che possono sistematicamente deviare le misurazioni del loro centroide dal picco di luminosità centrale, rendendo difficile stimare le traiettorie delle comete”. In parole semplici, è complesso determinare con precisione la pericolosità di una cometa, a differenza di quella di un asteroide. Per questo la IAWN raccomanda a tutti gli attori coinvolti nel monitoraggio di 3I/ATLAS di calibrare accuratamente tutta la strumentazione, basandosi sui dati astrometrici dei satelliti di navigazione GNSS. “La campagna avrà come obiettivo la cometa 3I/ATLAS (C/2025 N1) per testare la capacità della comunità di osservatori di estrarre dati astrometrici accurati”, ha chiosato la IAWN.
Secondo il fisico e astronomo Abraham Avi Loeb, lo studio dell'oggetto interstellare è doveroso anche alla luce delle molteplici anomalie e per scongiurare il cosiddetto “cigno nero”, ovvero che siamo innanzi a tecnologia aliena con intenzioni potenzialmente ostili verso la Terra. Proprio in occasione del perielio del 29 ottobre, l'oggetto potrebbe mostrare la sua natura artificiale compiendo una manovra di Oberth o rilasciando piccole sonde per il monitoraggio dei pianeti del Sistema solare. Chiaramente sono solo speculazioni senza alcuna evidenza di trovarsi innanzi a una possibile astronave madre aliena, ma le diverse anomalie riscontrate rendono 3I/ATLAS indubbiamente molto affascinante e peculiare da indagare.