Perché in questo periodo non riusciamo più a dormire bene: le risposte del climatologo

Il caldo in Italia (e in Europa) continua a essere un'emergenza: sono giorni ormai che il Ministero della Salute continua a diramare l'allerta di livello tre per diverse città: oggi e domani sono 18 quelle da bollino rosso, venerdì saranno 20. Il livello 3 è il più grave, quello che indica condizioni di emergenza "con possibili effetti negativi – spiega il Ministero – sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche".
A rendere ancora più critica la situazione sono le ondate di calore sempre più lunghe e frequenti per effetto della crisi climatica: se in passato erano infatti brevi, oggi le ondate di calore sono sempre più intense e durano anche più giorni. Questo caldo eccessivo ha effetti sul nostro corpo in diversi modi, che non si limitano soltanto alle conseguenze più evidenti e drammatiche, come colpi di calore o perfino infarti e ictus. Essere esposti a elevate temperature a lungo influenza il funzionamento del nostro corpo, così come quello degli altri organismi viventi, sempre, anche quando non ce ne accorgiamo.
Il Prof. Massimiliano Fazzini, climatologo e geologo della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), si è occupato spesso di bioclimatologia, ovvero il ramo della climatologia che studia gli effetti del clima sugli organismi viventi. A Fanapage.it ha spiegato come il caldo notturno di questi giorni può rappresentare fattore di stress importante per il nostro corpo.
Perché il caldo notturno di questi giorni è anomalo
"Uno degli aspetti del caldo di questi giorni è che un po' ovunque, fatta eccezione per la montagna, le temperature minime non scendono mai sotto i 20 °C. Questo significa che viviamo notti tropicali e, a meno che non si accenda l'aria condizionata, questo impedisce al corpo di riposare a sufficienza, causando un ulteriore stato di stress".
È infatti proprio sulle temperature minime che il riscaldamento globale ha inciso in modo più significativo: "Gli studi condotti finora suggeriscono che a livello globale, ma soprattutto nel bacino del Mediterraneo, le temperature minime sono aumentate di quasi il doppio rispetto alle temperature massime. Un aumento che si aggiunge all'aumento delle temperature estive, anche queste aumentate del doppio rispetto a quello invernali". Dato questo doppio aumento, è chiaro che la situazione più critica coincide proprio con i tre mesi estivi, da giugno ad agosto.
Gli effetti sul sonno
Dobbiamo tenere a mente che per avere un sonno di qualità dovremmo dormire a una temperatura compresa tra i 15 °C e i 19 °C: la temperatura esterna influenza infatti quella corporea, che a sua volta svolge un ruolo fondamentale per il corretto svolgimento delle funzioni fisiologiche fondamentali.
Nello specifico, "a una diminuzione della temperatura corporea – spiega un approfondimento di Humanitas – corrisponde una maggiore propensione del sonno". Se la temperatura del corpo aumenta, come quando abbiamo la febbre o se la temperatura della stanza è troppo alta, si attivano anche i processi di vasodilatazione che innescano la sudorazione la cui funzione è proprio riabbassare la temperatura corporea.
Cosa succede se le temperature minime non si abbassano
"Molti studi bioclimatici – spiega Fazzini – hanno visto che quando all'interno delle case la temperatura minima non va al di sotto dei 20 °C non abbiamo un sufficiente ricambio del calore che si è accumulato durante il giorno. La temperatura quindi non scende abbastanza per rendere possibili condizioni ideali a un corretto riposo".
"Più l'aria è calda – prosegue il climatologo – maggiore è la concentrazione di vapore acqueo che contiene. Quindi se le minime non scendono sotto i 20 °C, l'umidità sarà comunque molto elevata durante la notte e quindi le condizioni di disagio aumenteranno. Questo significa che la temperatura percepita sarà troppo elevata per permetterci un riposo di qualità. Anche se riusciamo ad addormentarci, non solo il nostro corpo non riesce a recuperare davvero, ma il caldo eccessivo aumenta anche il rischio di disidratazione". Questo stress si aggiunge allo stress accumulato durante il giorno e può peggiorare gli effetti del caldo sul nostro corpo, soprattutto sulle persone più a rischio, come bambini, anziani e persone con condizioni pregresse.
Come usare l'aria condizionata
"È vero che si può accendere l'aria condizionata per evitare questa situazione – fa notare Fazzini – ma non tutte le case in Italia ne sono dotate. Secondo i dati Istat più recenti solo circa il 50% delle abitazioni ha l'aria condizionata. Possiamo ipotizzare quindi che su 20 milioni di abitanti, circa 10 milioni di persone in sofferenza per queste notti tropicali. Inoltre, anche se la accendiamo, dobbiamo stare attenti al rischio di shock termico che può rompere l'equilibrio energetico su cui si reggono tutte le funzioni fisiologiche. Per questo la temperatura interna non dovrebbe essere mai inferiore di 5 o 7 °C rispetto a quella esterna".