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Cambiamenti climatici

Per la prima volta la Terra ha superato i 2° C di riscaldamento: è sempre più inospitale per la vita

Gli scienziati di Copernicus hanno annunciato che venerdì 17 novembre 2023 la temperatura media della Terra è stata di 2,07 °C più calda rispetto all’epoca preindustriale. È la prima volta nella storia che si supera un riscaldamento di 2 °C. Cosa significa e quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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Per la prima volta nella storia, venerdì 17 novembre 2023 la temperatura globale sulla Terra ha superato i 2° C di riscaldamento rispetto all'epoca preindustriale. Il dato, basato sull'analisi del database ERA5, è stato comunicato su X (ex Twitter) dagli scienziati del Climate Change Service (C3S) di Copernicus, la missione cogestita dalla Commissione Europea e dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) volta a raccogliere dati ambientali e atmosferici del pianeta. Il gruppo C3S fa parte dell'European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ed è specializzato proprio nel monitoraggio del riscaldamento globale, i cui dati vengono raccolti attraverso reti satellitari, navi da ricerca, boe e stazioni meteo.

In base a quanto riferito da Copernicus, venerdì 17 novembre 2023 la temperatura è stata esattamente di 2,07 °C superiore rispetto alla media storica di riferimento (1850-1900), considerata preindustriale poiché all'epoca l'impatto delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti da parte delle industrie emergenti era ancora limitato (ma in ascesa), prima di impennarsi clamorosamente negli ultimi decenni. Per il giorno successivo al record, sabato 18 novembre, la stima di Copernicus è stata di 2,06 °C. È doveroso sottolineare che la temperatura cui si fa riferimento è quella media dell'aria superficiale (a un paio di metri dal suolo) di tutto il pianeta, quindi abbraccia i dati sia dell'emisfero boreale / settentrionale – che si avvia verso l'inverno – che quelli dell'emisfero australe / meridionale che invece va verso l'estate.

Come specificato, è la prima volta che viene superata una soglia di riscaldamento di 2 °C rispetto all'epoca preindustriale. È un valore riferito solo a un paio di giorni, ma è comunque estremamente significativo sull'impatto delle emissioni di anidride carbonica e altri gas a effetto serra (come il metano) derivate dalle attività antropiche. Nell'Accordo di Parigi sul Clima del 2015 i Paesi firmatari si erano accordati di mantenere l'aumento della temperatura media ben al di sotto di 2 °C rispetto all'epoca preindustriale, impegnandosi il più possibile per contenere il riscaldamento entro 1,5 °C. Quest'ultima, secondo gli esperti, è la soglia critica oltre la quale si manifesteranno le conseguenze più catastrofiche e irreversibili del cambiamento climatico. Ormai è un traguardo praticamente irraggiungibile; secondo un nuovo studio, infatti, supereremo tale riscaldamento già entro il 2029. Ma ciò non significa che tutto è perduto.

Per ogni mezzo grado di riscaldamento in più, infatti, come evidenziato da un recente studio del World Resources Institute l'impatto sarà sempre più devastante. Per fare qualche esempio, con un riscaldamento di 2 °C le persone esposte alle ondate di calore mortali diventeranno 6 miliardi anziché 4 miliardi con uno di 1,5 °C, inoltre il caldo estremo sarà 2,6 volte peggiore; il livello del mare si alzerà di ulteriori 6 centimetri (una differenza enorme per il rischio di inondazioni e le regioni che si trovano a livello del mare); la perdita di insetti aumenterà di tre volte, quella del permafrost del 38 percento e quella dei raccolti sarà 2,3 volte superiore.

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Innanzi a questi numeri inquietanti, sapere che per la prima volta la Terra ha superato i 2 °C di riscaldamento impone una seria riflessione sulla necessità di tagliare immediatamente e drasticamente l'utilizzo dei combustibili fossili, la cui produzione invece di frenare sta addirittura raddoppiando secondo una recente analisi dell'ONU. Non c'è da stupirsi che questo record sia stato raggiunto per la prima volta proprio nel 2023, l'anno virtualmente più caldo di sempre (è praticamente certo che supererà il 2016) in cui è stato registrato anche il mese più caldo degli ultimi 120.000 anni, luglio 2023.

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